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Open Arms, Salvini passa all'attacco sull'informativa fantasma: denuncia in sei procure

Dario Martini
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«Rischio fino a 15 annidi carcere per aver difeso l'Italia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge». Con questo tweet di prima mattina Matteo Salvini annuncia la sua presenza nell'Aula Bunker dell'Ucciardone di Palermo dove è imputato nel processo Open Arms. Sono attese le testimonianze di Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese. Ma il colpo di scena arriva dalla difesa del vicepremier.

L'avvocato Giulia Bongiorno, parlando con i giornalisti a margine dell'udienza nell'aula bunker dell'Ucciardone di Palermo, annuncia: «Lunedì depositerò una denuncia in sei procure della Repubblica, tra cui Palermo e Roma, perché ritengo essenziale evidenziare che i sospetti di cui ha sempre parlato Salvini non erano inventati ma erano già stati evidenziati in una serie di riunioni e che addirittura erano stati condensati in un'informativa che non è mai stata approfondita». E Salvini aggiunge: «Si tratta di documenti che, se fossero stati subito disponibili, probabilmente non avrebbero nemmeno fatto iniziare questa vicenda».

L'informativa in questione contiene materiale video, audio e fotografico realizzato da un sottomarino Venuti della Marina militare il primo agosto 2019. Si tratta di documentazione di grande importanza, dal momento che dalla sua lettura emerge un dato chiaro: la nave Open Arms non si imbatté per caso nel barcone con 107 migranti a bordo. Bongiorno vuole fare chiarezza sui motivi per cui questo fascicolo, segnalato a diverse procure, sia stato tenuto nascosto alla difesa dell'allora ministro dell'Interno imputato per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio per non aver fatto scendere subito aterra i profughi a bordo della nave umanitaria. «Non capiamo perché il Tar che doveva valutare la condotta della Ong non abbia mai avuto modo di vedere questa informativa», aggiunge la legale di Salvini.

Tra l'altro, la relazione della Marina non fu comunicata nemmeno al Senato che decise di concedere l'autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex capo del Viminale. Non a caso, interviene anche il senatore Maurizio Gasparri: «Io stesso, in qualità di presidente della Giunta delle elezioni del Senato, oltre che relatore del procedimento, non ricevetti quel materiale». «Apprezzo e comprendo l'iniziativa del senatore Salvini e dei suoi legali di intervenire contro le Procure-dice Gasparri-perché pur avendoli ricevuti non avevano reso noti alcuni file con le intercettazioni delle Ong raccolte da un sommergibile della nostra Marina, che avrebbero certamente influito sul giudizio che l'Aula doveva esprimere in merito alla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dello stesso Salvini, allora ministro dell'Interno».

Il senatore di Forza Italia svela anche che il 7 dicembre scorso, quando si è scoperta l'esistenza della relazione, ha scritto alle procure per capire per quale motivo non avessero informato il Parlamento. «Soltanto dalla Procura di Messina è arrivata una risposta, mentre gli altri, Carmelo Zuccaro (Catania), Salvatore Vella (Agrigento), Maurizio De Lucia (Palermo), Fabio D'Anna (Ragusa), Roberta Buzzolani (Sciacca) Francesco Lo Voi (Roma), Antonio Sabatino (Tribunale militare di Roma) non hanno avuto la decenza di rispondere. Segnalerò questo fatto al prossimo Csm». A questo punto, conviene entrare nel merito del contenuto di quell'informativa che consente di comprendere il modus operandi delle Ong. Era il primo agosto 2019 quando il sommergibile Venuti, alle tre di notte, riscontrò la presenza della Open Arms e iniziò a seguirla.

La nave, dopo aver accelerato, si diresse verso le coste libiche, quando il sottomarino registrò «una comunicazione audio su un canale commerciale tra un soggetto probabilmente a bordo della Ong e un altro soggetto non identificato». Dopo quasi tre ore apparve il barcone con i migranti e potè inizare subito il trasbordo. La polizia giudiziaria trae alcune conclusioni: 1) «La Ong ha agito in maniera autonoma senza interfacciarsi con le autorità preposte». 2) «Senza apparente motivo ha modificato rotta e velocità fino ad intercettare con successo il barcone». 3) «È possibile che la posizione» del barcone «sia stata passata alla Ong da terzi (ignoti)». 4) Il barcone non era in pericolo, dato che «aveva una capacità propulsiva significativa e idonea a fronteggiare situazioni d'emergenza o avarie».

È evidente che una relazione di questo tipo rappresenti materiale di estrema importanza per la difesa del vicepremier. Nonostante ciò, gli attivisti spagnoli di Open Arms decidono di depositare agli atti proprio una denuncia contro l'equipaggio del sommergibile Venuti per omissione di soccorso. «Quel materiale -si legge nella denuncia dimostra che il sottomarino della Marina militare si limitò a documentare con filmati e foto le operazioni di soccorso, senza fornire aiuto e senza segnalare alle autorità competenti la presenza di un'imbarcazione in difficoltà».

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