Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Migranti, mossa disperata di Open Arms: chi vuole portare in tribunale

  • a
  • a
  • a

E immagini girate dal sommergibile della Marina militare "dimenticate" per mesi e tornate alla ribalta nel processo di Palermo a Matteo Salvini hanno documentato le operazioni della nave della Open Arms: ora la ong spagnola presenta una denuncia alla procura di Roma e alla procura presso il Tribunale Militare. Azione legale volta a «verificare la liceità dei comportamenti del sottomarino della Marina Militare, il Smg Venuti che, durante le operazioni di soccorso operate dalla Open Arms, il 1 agosto del 2019, si limitò a documentare con filmati e foto le operazioni di soccorso, senza fornire aiuto e senza segnalare alle autorità competenti la presenza di un’imbarcazione in difficiltà».

 

Nell’ambito del processo che vede indagato l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, nel corso delle recenti udienze, è emersa a seguito della dichiarazione del testimone Fabrizio Mancini, Dirigente del Dipartimento Immigrazione all’epoca dei fatti, e a produzioni documentali della procura e della Difesa, la circostanza della presenza, l’1 agosto 2019, nella zona di mare in cui è stato effettuato un intervento di soccorso da parte del team ong, di un sottomarino della Marina Militare italiana, «incaricato a quanto pare - afferma Open Arms - nell’ambito dell’operazione Mare Sicuro, del monitoraggio della nostra organizzazione, la Open Arms, attraverso la raccolta di video e fotografie». 

 

Durante l’udienza del 2 dicembre scorso tanto la Relazione di servizio chiesta dalla procura sulle immagini registrate, quanto le immagini stesse, sono state oggetto di ampia discussione e sono stati depositati, a corredo delle immagini, anche file audio nei quali si poteva ascoltare una conversazione in lingua spagnola tra il capitano della Open Arms, Marc Reig, e uno dei marinai a bordo durante una normale operazione di ricerca. Dalla relazione tecnica disposta dalla procura è inoltre apparso, argomenta la ong spagnola, come l’imbarcazione di legno soccorsa dalla Open Arms e ripresa dal sottomarino, fosse in condizioni precarie e di sovraffollamento e costituisse dunque un pericolo per la vita delle persone che vi erano a bordo. «Come stabiliscono le Convenzioni internazionali, la Legge del Mare, il testo nazionale del Sar e lo Iamsar Manual, qualunque imbarcazione, anche militare, che incontri un’altra imbarcazione che si possa considerare in una situazione di distress, ha l’obbligo di soccorrere».

 

Quello «che risulta invece molto chiaramente è come dalle ore 12 alle ore 20.50 il mezzo militare si sia limitato a fare riprese fotografiche e video ai soccorritori, non è dato sapere in relazione a quale delle attività a cui era preposto, senza neppure segnalare alle autorità di coordinamento degli Stati costieri la presenza di persone in difficoltà a bordo. Persone, comprese donne e bambini, che se non fosse stato per I soccorritori di Open Arms, si sarebbero con ogni probabilità ribaltate senza che nessuno si premurasse di intervenire». Alla luce di questi dati, conclude Open Arms, «abbiamo chiesto all’Autorità giudiziaria di verificare se possa essere riscontrata una condotta omissiva o negligente».

Dai blog