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Covid, Mantovani spinge per la quarta dose di vaccino a tutti: “Necessario farlo”

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Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Rozzano, viene considerata una delle voci più autorevoli sul Covid all’interno del campo della medicina e della scienza. Mantovani, intervistato da Repubblica, fornisce il proprio punto di vista sull’ultima ondata di contagi che ha travolto la Cina e ha messo in allerta pure l’Unione Europea: “La situazione in Cina è davvero preoccupante. Il punto è che i loro vaccini sono meno efficaci, non hanno la stessa capacità di indurre gli anticorpi di quelli basati sull’Rna messaggero. Mi preoccupare l’Africa, se c’è un’ampia fascia di cittadini non coperti e si verificano tanti casi possono nascere varianti”.

 

 

Ma non tutte le notizie sulla pandemia sono così negative: “Abbiamo ancora a che fare con quello che qualcuno ha definito “sciame” di varianti di Omicron. Alcune hanno avuto una maggiore attenzione ma vengono tutte dallo stesso tipo di virus. Ebbene - sottolinea Mantovani - i vaccini sono efficaci per contrastarle. Dobbiamo continuare a ‘marcare stretto’, in vecchio linguaggio calcistico, l’evoluzione del virus dal punto di vista virologico e immunologico, senza allarmismi”. 

 

 

Mantovani tira in ballo anche le parole di Giorgia Meloni sui vaccini anti-Covid: “A me spiace un po’ che si continui a dare il messaggio che quella contro il coronavirus è una quarta dose e basta. In realtà è più di un richiamo perché il respiro della risposta immunitaria che produce il bivalente è in grado di intercettare anche nuove varianti. Bisogna insistere sulla necessità di fare il vaccino. Io dico a tutti, ci sono buoni motivi immunologici per richiedere il vaccino. Questo messaggio non viene posto con abbastanza forza. Ribadisco, è come avere un nuovo strumento, gli anticorpi vedono varianti che non sono nel vaccino. E ci sono anche altri aspetti positivi. Il vaccino - conclude lo scienziato - non dà solo una certa protezione dall’infezione ma riduce anche la trasmissione. La protezione è comunque sub ottimale, la vorremmo migliore ma purtroppo non c’è una risposta di una classe di anticorpi, le IgA, che proteggono le mucose, cioè la porta di entrata del virus”.

 

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