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No Meloni Day a Milano, i collettivi pretendono "l'educazione al piacere"

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Novembre è da sempre la stagione delle occupazioni e del fermento studentesco a prescindere da chi c'è al governo. Ma quest'anno, con il centrodestra alla guida del Paese, i collettivi studenteschi sono scatenati. Dopo gli scontri alla Sapienza dove volevano impedire un convegno, dopo i manichini  raffiguranti Giorgia Meloni impiccati a testa in giù visti a Bologna, i collettivi preparano una nuova manifestazione contro il governo a Milano, il 18 novembre (partenza alle 9.30 da largo Cairoli). Il nome rende l'idea del clima e dello spessore politico del corteo: No Meloni day. 

 

“Siamo la generazione meticcia. Guardiamo con orrore alla chiusura dei confini e alle stragi nel mar Mediterraneo. Costruiamo solidarietà e antirazzismo, e pretendiamo di fermare le guerre, non le persone. Siamo la generazione queer e transfemminista. Vogliamo la libertà di essere noi stessi, liberi da discriminazioni e violenza. Vogliamo il diritto all’aborto libero, sicuro e gratuito e non vogliamo che i nostri corpi siano controllati in nome di valori che non ci appartengono" si legge nella nota che annuncia il corteo diffusa dal centro sociale Cantiere. Tra le "pretese" dei collettivi, quella di "un’educazione di genere" ma anche "al consenso e al piacere”. 

 

Naturalmente si parla di fascismo e antifascismo, perché "questo governo guarda con nostalgia al passato" e presenta "rigurgiti del ventennio”, si legge nel proclama che vuole i collettivi "liberi da discriminazioni e violenza” mentre l'unica violenza che si è vista finora è quella messa in campo dagli okkupanti. 

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