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Crisi energia, la Ue vara il tetto al prezzo del gas. Ma c'è chi storce il naso

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La Commissione europea ha fatto la propria mossa contro la crisi dell'energia. Ha individuato nel Ttf, la Borsa di scambio del gas di Amsterdam, una delle principali cause dell’impennata dei prezzi. Ha quindi deciso di sostituirlo con un benchmark, un indice, dedicato al gas naturale liquefatto, che sia più rappresentativo della realtà del mercato attuale. Anche perché il Ttf è basato sul gas da gasdotto ma l’Europa ormai importa sempre più Gnl. Per avere un nuovo parametro ci vorranno diversi mesi. I tecnici sono già al lavoro per averlo pronto entro la primavera, in tempo per la nuova stagione di riempimento degli stoccaggi (oggi a oltre il 92%). Nel frattempo per intervenire nell’immediato contro picchi di prezzi (e contro la speculazione) la Commissione propone un tetto dinamico e temporaneo ai prezzi nelle transazioni. 

 

 

Non è esattamente ciò che chiedevano gli Stati (perché questa formula di price cap non toccherà il gas importato né gli accordi bilaterali) ma è un primo passo che risponde a un appello che va avanti ormai da otto mesi. Al Ttf non dovranno essere quindi accettate le transazioni sopra il tetto stabilito. Inoltre verrà introdotto un meccanismo di intervento in caso di picchi giornalieri anomali (come quelli che ad agosto portarono ad aumenti del 20% in poche ore). «Siamo un acquirente affidabile ma non compriamo più il gas a qualunque prezzo», questo è il messaggio che trasmette la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. «Perché solo ora e non in primavera? Perché in primavera non eravamo pronti. Avevamo gli stoccaggi vuoti, il riempimento non andava bene perché Gazprom ci tagliava intenzionalmente le forniture, non avevamo piattaforme comuni per gli acquisti né per la riduzione dei consumi», ha ammesso la leader dell’esecutivo europeo. «Ma ora siamo pronti, abbiamo fatto progressi, e questa proposta è il frutto di settimane di intense discussioni con gli Stati membri», ha assicurato. 

 

 

Il primo banco di prova sarà il vertice dei capi di Stato e di Governo che si terrà giovedì e venerdì a Bruxelles. Poi sarà la volta dei ministri dell’Energia che si riuniranno il 25 ottobre a Lussemburgo. Per evitare di restare incagliata nelle trattative politiche la Commissione ha scelto un approccio in due fasi: ora il principio di price cap (che otterrà il via libera) poi in un secondo momento arriveranno i dettagli di come sarà attuato. Inoltre, obtorto collo, ha dovuto escludere una delle proposte che aveva anticipato il mese scorso: il tetto al prezzo del gas per la generazione dell’elettricità. Ossia l’estensione del modello iberico a tutto il blocco. Ma su questo permangono la resistenze di alcuni Paesi, in particolare i nordici. «È un provvedimento che vale la pena considerare ma genera una serie di dubbi che vanno ancora risolti», ha detto von der Leyen. Quindi per ora resta nella cartella delle valutazioni. Un nuovo indice, diverso dal Ttf, potrebbe non essere sufficiente per fare sentire forte la presenza dell’Ue sul mercato del gas. Per questo la Commissione mette in campo la strategia degli acquisti comuni, memore del successo dei vaccini contro il Covid. Ma non è direttamente replicabile.

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