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Petrolio, il prezzo sfonda quota 100 dollari. “Bomba dei sauditi”, la decisione che scatena il panico

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I prezzi del petrolio hanno continuato a salire, sostenuti dalla possibilità di un taglio della produzione da parte dei membri dell’Opec+, mentre il gas resta a livelli molto elevati per il calo delle forniture dalla Russia e l’annuncio del nuovo stop di tre giorni per manutenzione del gasdotto Nord Stream. In mattinata, il barile di Brent del Mare del Nord con consegna ad ottobre avanza dell’1,12% a 101,33 dollari al barile, tornando a quotazioni a tre cifre. Un barile di greggio Wti viene scambiato a 94,81 dollari in rialzo dell’1,14%. 

 

 

I due benchmark del greggio hanno guadagnato oltre 3 dollari al barile ieri (quasi il 4%), «nella prospettiva di un taglio della produzione da parte dell’Opec+», l’Organizzazione dei Paesi esportatori e dei suoi alleati, ha spiegato Stephen Brennock, di Pvm Energy. «I sauditi hanno sganciato una bomba questa settimana», ha affermato l’analista. Il riferimento è all’annuncio del ministro dell’Energia saudita, Abdelaziz bin Salman, che i prezzi attuali potrebbero giustificare un taglio della produzione Opec+. Tuttavia, questa riduzione non sarebbe imminente e dipenderebbe dall’esito dei negoziati sull’accordo sul nucleare iraniano. 

 

 

Ieri gli Stati Uniti hanno indicato che l’Iran aveva fatto concessioni su alcuni punti chiave, riaccendendo le speranze di un ritorno all’intesa nucleare del 2015, anche se non ha ancora dato una risposta formale alle proposte iraniane. I negoziati sul nucleare iraniano, in corso da 16 mesi, puntano a salvare l’accordo internazionale concluso nel 2015, dal quale Washington si è ritirata nel 2018 sotto la presidenza di Donald Trump. Un esito positivo porterebbe alla revoca delle sanzioni statunitensi contro l’Iran e ne consentirebbe il ritorno alla piena capacità di esportazione nel mercato petrolifero. Parliamo di circa un milione di barili al giorno. Il mercato attende anche i dati di oggi sulle scorte Usa da parte dell’American Energy Information Agency. Gli analisti prevedono un calo di 2,5 milioni di barili nelle riserve di greggio commerciale e di 1,5 milioni di barili di benzina, secondo un consenso citato da Bloomberg. Il prezzo del gas naturale è ancora a livelli molto alti, vicini al record di lunedì, quando ha toccato il costo più alto dall’impennata dei prezzi all’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Il contratto future olandese TTF, benchmark per il mercato europeo del gas naturale, è stato scambiato a 281 euro per megawattora (MWh), in aumento del 4,4%.

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