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Concorrenza, i tassisti esultano per la crisi di governo. E lunedì tornano in piazza

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Camillo Barone
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Sospiri di sollievo, sorrisi dimessi ma non troppo esultanti, incoraggiamenti vicendevoli ed eccitati. Cinque sindacalisti dei tassisti italiani sono ancora incatenati alla recinzione di piazza Colonna, fuori la sede del governo a Palazzo Chigi. Ma un governo non c’è più. E questo spiega le fibrillazioni della categoria, stretta intorno ai propri compagni che da tre giorni e tre notti si sono legati in segno di protesta.

 

Altri quindici sindacalisti raggiungono i colleghi e insieme ricominciano a discutere sul da farsi: continuare con le manifestazioni che hanno bloccato il centro di Roma per tre giorni? Bloccare ancora fino a lunedì il servizio taxi su tutto il territorio nazionale? O concedere una tregua al Paese? Ora che Mario Draghi si è dimesso si può decidere con più tranquillità. Lunedì la commissione Attività produttive della Camera dei deputati dovrà votare il disegno di legge Concorrenza, che era previsto in calendario già ieri, ma la crisi di governo ha poi fatto slittare il tutto. I tassisti non hanno ormai molto da temere. Fratelli d’Italia, Lega e la maggior parte dei deputati di Forza Italia e Partito democratico sono concordi ad un eventuale stralcio dell’articolo 10, quello che prevedrebbe la liberalizzazione totale del servizio pubblico su ruota non di linea, o al massimo sarebbero disposti ad una sua «ampia modifica».  Gli unici ambigui che ancora non si erano espressi e non avevano nemmeno incontrati i sindacati di settore erano i parlamentari del Movimento 5 Stelle, che però da ieri non è più parte della vasta maggioranza che ha appoggiato Draghi, almeno sulla carta per il momento.

Gli scenari adesso sono molteplici. Anche se resta sul tavolo un ulteriore slittamento del voto in Commissione dell’odiatissimo ddl Concorrenza, il parlamento dovrà comunque esprimersi vista la scadenza improrogabile di venerdì 22 luglio. In tutto questo, anche se più sollevati, i tassisti restano «sul piede di guerra», pronti a far riscoppiare i disagi se i loro piani non dovessero andare a buon fine.

 

Nel frattempo però è stata sancita una vera e propria tregua sia con le forze di polizia che con l’Autorità garante degli scioperi. Da oggi infatti tutti i tassisti italiani sono stati caldamente «invitati» a riprendere il servizio pubblico e a lavorare in tutto il Paese, dove i disagi si sono moltiplicati a causa del loro stop. Inoltre oggi, domani e domenica Roma sarà libera dalle manifestazioni e via Del Corso tornerà alla sua vita caotica di sempre, nel pieno della stagione turistica e con l’esultanza di tutti i ristoratori e gli esercenti che non hanno potuto lavorare a causa delle dure proteste. Ma attenzione, perchè le fonti sindacali hanno avvertito che lunedì mattina arriveranno a Roma «tutti i colleghi italiani» per fare pressione sul voto parlamentare del ddl Concorrenza. Si prospetta quindi una giornata di grande tensione, ennesimi blocchi cittadini e soprattutto disservizi da Nord a Sud. Potrebbe essere ancora troppo presto affermarlo, ma forse la caparbietà e l’oltranzismo della categoria porteranno a casa una vittoria sulla quale in pochi avrebbero scommesso solamente un mese fa. Uber non starà a guardare. È solamente la fine di una battaglia, non della guerra.
 

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