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Sea Watch, va avanti la causa tra Carola Rackete e Matteo Salvini: niente accordo

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Una lettera di scuse da parte dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, che nell’estate del 2019 l’aveva aspramente criticata sui social network, oltre ad un risarcimento in denaro da stabilire. È questa la richiesta che Carola Rackete, tramite mite il suo legale, l’avvocato Alessandro Gamberini, ha avanzato in una memoria depositata nei giorni scorsi. La ex capitana della Sea Watch 3 si è detta disponibile a trovare un’intesa che ponga fine al processo per diffamazione aggravata nei suoi confronti, che vede imputato il leader della Lega. 

 

 

Al centro ci sono i molti post di critiche pubblicati tra giugno e luglio del 2019 da Salvini sui suoi profili social, nei quali avrebbe offeso «la reputazione» della giovane con dirette Facebook e post su Twitter. L’allora ministro dell’Interno aveva chiamato Rackete «quella sbruffoncella di questa comandante che fa politica sulla pelle di qualche decina di migranti», «criminale tedesca», «ricca tedesca fuorilegge», «ricca e viziata comunista» e «zecca tedesca». Parole che avevano suscitato violente reazioni sui social da parte dei sostenitori del leader della Lega, che a loro volta avevano criticato, e in qualche caso perfino minacciato, Rackete. 

 

 

Al momento, però, pare che da parte di Salvini, difeso dall’avvocato Claudia Eccher, ritenga quelle frasi semplice espressione di critica politica e un accordo tra le parti per il momento non sia stato raggiunto. Si tornerà in aula domani davanti al giudice della quarta sezione penale di Milano e il processo andrà avanti. Rackete era stata arrestata dopo che , il 29 giugno 2019, aveva portato la Sea Watch 3 in porto a Lampedusa per permettere lo sbarco dei 53 migranti che si trovavano a bordo da due settimane. Un gesto che aveva commesso in violazione dei divieti delle autorità italiane. La capitana era stata poi scagionata dalle accuse.

 

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