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Caso Calvi, ecco i segreti della polizia di Londra svelati quarant'anni dopo

Alessandra Zavatta
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"È alle 7,50 di venerdì 18 giugno quando un passante sul marciapiede sotto il ponte dei Frati Neri, a Londra, si è sporto dal parapetto e ha visto un corpo appeso per il collo con un nodo di corda agganciato all’impalcatura che era stata eretta sul letto del fiume la prima notizia di polizia di Mister Calvi". Inizia così la lettera inviata da John Goddard del Ministero dell’Interno di Sua Maestà a R. Osborne del Foreign Office. Una lettera spedita il 16 luglio 1982 e che fa parte dei fascicoli di documenti riservati, secretati, confidenziali che a quarant’anni dal delitto la Gran Bretagna ha trasferito all’Archivio di Stato. Documenti che "Il Tempo" è ora in grado di mostrare in esclusiva. Molte delle carte sulla morte di Roberto Calvi, l’ex presidente del Banco Ambrosiano, sono ora Storia. La missiva del ministero dell’Interno riepiloga i primi concitati momentidelle indagini: "L’impalcatura è stata eretta dalla Metropolitan Waterloo Board e la corda non è stata lasciata lì dagli operai. L’origine è al momento sconosciuta. La posizione dell’impalcatura è tale che è quasi interamente coperta con l’alta marea mentre il letto del fiume in quel punto è in secca con la bassa marea". Ne consegue, perciò, che "Roberto Calvi potrebbe aver raggiunto la posizione in cui è stato trovato sia arrampicandosi sul ponteggio (c’è una scala di ferro fissata proprio in questo punto), sia arrivando dal letto del fiume, sebbene questo avrebbe probabilmente significato la discesa dalla stessa scala, oppure da una barca». «Non c’è nessuna evidenza che indichi quale di queste tre possibilità raccordi con i fatti", conclude il ministero dell’Interno. 


Quando il Banchiere di Dio viene ritrovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri sono trascorsi sette giorni da quando è scomparso dalla propria abitazione, a Roma. È appena stato condannato in primo grado per reati valutari a quattro anni di reclusione e 15 miliardi di lire di multa, è in attesa dell’appello e non può lasciare l’Italia perché ha il divieto di espatrio. Ma a Londra ci arriva lo stesso. Con un passaporto falso intestato a Gian Roberto Calvini, come accerteranno gli investigatori della polizia della City of London che si occupa delle indagini che riguardano crimini avvenuti nella Cittadella degli Affari. 
Ma come fa la polizia a sapere che c’è un cadavere sotto al ponte? Viene chiamata da Stephen Edwin Pullen, un impiegato del Daily Express dopo che il collega Antony Iames Huntley arriva sconvolto in ufficio raccontando della macabra scena che ha visto camminando lungo la banchina del Tamigi. Pullen e Huntley ritornano sul posto, con gli agenti John Palmer e Gerald Saint, che redigono così il primo verbale. Quello che descrive il corpo senza vita di uomo appeso per il collo con una corda arancione fissata alla seconda barra dell’impalcatura, con i piedi e parte delle gambe nell’acqua perché in quel momento la marea è alta. La foce del Tamigi, ad estuario, fa sì che il livello del fiume risenta delle maree. "Il corpo è stato rimosso dalla polizia fluviale e posto sul Waterloo Pier - scrive Goddard a Osborne - La morte è dovuta ad asfissia per strangolamento e non ci sono apparenti ferite esterne tranne il segno della corda sul collo e alcune abrasioni minori sulle gambe. È stimato che la morte sia occorsa tra 8 e 12 ore prima che il corpo venisse trovato". Ed ecco come i funzionari del ministero britannico descrivono il ritrovamento del misterioso impiccato al Blackfriars Bridge: "Sul corpo sono stati rinvenuti tre pezzi di pietra e mezzo mattone. Due pezzi sono stati forzati nelle tasche dei pantaloni provocando la rottura delle cuciture, e altri due pezzi erano davanti alle mutande". Nella giacca vari appunti, 7.500 sterline e il passaporto che "apparirebbe essere il suo ma che sembra essere stato alterato per trasformare il nome in Gian Roberto Calvini". La ricostruzione di come il presidente dell’Ambrosiano sparisce da Roma e riappare, morto, a Londra viene spiegata così dai britannici: "Calvi è arrivato in questo paese con un uomo di nome Silvano Vittor, impiegato come guardia del corpo. Il viaggio è stato organizzato da Flavio Carboni, che ha anche organizzato per i due uomini una sistemazione in un appartamento del Chelsea Cloisters. Sconvolto dallo scadente standard della sistemazione, Calvi chiese che Flavio viaggiasse immediatamente in Inghilterra per organizzare un migliore alloggio". E Carboni volò a Londra. "Giovedì 17 giugno - riportano gli inquirenti londinesi - Flavio e Silvano uscirono per cena lasciando Calvi nell’appartamento". Il banchiere, che in Inghiltera era sbarcato il 15 giugno alle 17,45 con un volo privato giunto dalla Svizzera, rifiutò di lasciare l’albergo perché spaventato da qualcuno». E quando Vittor tornò a tarda sera "trovò che Calvi era scomparso e affermò di non averlo più visto".

Per gli investigatori di Londra fin da subito «non c’è nessuna evidenza che suggerisce qualcosa di diverso da un caso di suicidio». Gli inquirenti romani propendono invece per l’omicidio. Le indagini porteranno alla luce un complicato intreccio di finanziamenti operati dall’Ambrosiano, collegamenti con lo Ior, la banca del Vaticano, oltre al riciclaggio di soldi della criminalità organizzata e sovvenzioni a Solidarnosc, il sindacato polacco che diede la prima spallata che disintegrò l’Unione Sovietica. Il 17 ottobre 2013 il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone archivierà il procedimento a carico di Flavio Carboni, Licio Gelli, il capo della Loggia P2 (a cui Calvi era iscritto) e degli altri quattro indagati perché "gli elementi probatori di cui si dispone non hanno assunto il valore di prove certe". Nel frattempo Vincenzo Casillo, indicato da cinque pentiti di mafia come l’esecutore materiale del delitto, era già morto.

 

 

 

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