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Benzina e diesel alle stelle, rincari a orologeria per il ponte del 2 giugno. Già paghiamo l'embargo al petrolio russo

Carlantonio Solimene
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L’embargo del petrolio russo, sebbene finora solo annunciato. E la solita speculazione. Quale che sia il motivo principale dell’ennesimo boom dei prezzi dei carburanti, gli italiani che oggi si metteranno in viaggio per godersi il ponte del 2 giugno si imbatteranno in una sgradevolissima sorpresa. Nonostante gli interventi del governo per calmierare i costi della benzina, la verde ha raggiunto il livello di 1,91 euro al litro mentre il diesel si attesta a 1,83. Valori superiori a quelli toccati dopo l’inizio della guerra, prima ancora che l’esecutivo tagliasse delle accise.

È uno dei motivi che spingeranno l’esecutivo ad agire di nuovo. Lo ha annunciato la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra. È «molto probabile» ha detto l’esponente di Leu. «L’aumento dei prezzi fa anche aumentare il gettito dell’Iva, che non vogliamo mettere nelle casse dello Stato, ma utilizzarlo per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo». Al momento lo sconto alla pompa vale 30 centesimi al litro, il taglio è però in scadenza l’8 luglio. Col nuovo provvedimento dovrebbe essere prorogato fino a tutto agosto. Le associazioni dei consumatori, però, chiedono un passo in più: «La riduzione delle accise» afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. «va innalzata di almeno altri 10 cent, superando i vincoli europei che scatterebbero per il gasolio».

 

Vanno però individuate le risorse. La sottosegretaria Guerra non esclude uno scostamento di bilancio, seppure derubricandolo a extrema ratio. La maggioranza di governo spinge per un intervento rapido: «È bastato il solo annuncio del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia nell’embargo al petrolio via nave a partire da gennaio - attacca il leader della Lega Matteo Salvini - che i prezzi della benzina e del diesel sono andati alle stelle. L’impegno della Lega è convincere il Governo ad allungare il taglio delle accise e a confermare lo sconto». Un’azione necessaria, se si pensa alla stima di Federconsumatori: «Per una famiglia che effettua 2 pieni al mese di circa 50 litri, gli aggravi di questi giorni si tramutano in un costo supplementare di 264 euro annui».

Il punto è che il rincaro dei carburanti non colpisce solo gli automobilisti. «In Italia, dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada, l’aumento dei carburanti ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori con il rischio di alimentare psicosi, accaparramenti e speculazioni» afferma Coldiretti. Che poi fa i conti nel dettaglio: «Gli alimentari sugli scaffali dei supermercati sono cresciuti in media del 7,1% per effetto di aumenti generalizzati di tutti i prodotti, dagli oli di semi (+70,2%) al burro (+22,6%) fino alla pasta (+16,6%)».

 

Per il presidente di Adiconsum Carlo De Masi, sentito dalla Dire, il problema non è solo l’effetto «anticipato» dell’embargo del petrolio russo, ma anche la speculazione: «Già a luglio dello scorso anno, prima ancora della guerra, il ministero della Transizione Ecologica annunciò un aumento del gas del 40%. È dunque un fatto generalizzato, ma anche un fatto di speculazioni rispetto a quanto avviene sullo scenario internazionale».

Come che sia, è una vera doccia fredda per gli italiani che, in blocco, avevano deciso di inaugurare oggi la stagione turistica. Secondo la Cna Turismo e Commercio, «saranno oltre 14 milioni i turisti che si metteranno in viaggio in Italia garantendo un movimento economico intorno ai sei miliardi di euro». Volumi ancora lontani da quelli prepandemia, ma comunque superiori al 2020 e al 2021. Segnali di ripresa che, di fronte ai costi dei carburanti, potrebbero spegnersi presto.

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