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Sesso in carcere, ora per i detenuti arrivano le casette dell'amore

Christian Campigli
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Anni di convegni, prese di posizione e lotte politiche serrate. Finalmente, grazie ad uno stanziamento di denaro pubblico vicino ai ventinove milioni di euro, si potrà mettere mano alle carceri italiane. Per riqualificare strutture obsolete, per rendere il lavoro degli agenti penitenziari meno gravoso o per aumentare la sicurezza degli istituti di pena? Macché, dettagli inutile, noiosi. La priorità del governo è far praticare sesso a chi è stato condannato ad una pena importante e non può accedere a permesso premio.

Quella che sembra una notizia pubblicata da Lercio, il geniale portale satirico, corrisponde invece alla fredda realtà. Verranno realizzati cento modelli prefabbricati e ne verranno ristrutturati altri novanta già esistenti, in modo da avere una casetta dell'amore all’interno delle più grandi case circondariali italiane. Sarà concesso ai galeotti una permanenza di ventiquattro ore consecutive, una volta al mese, per amoreggiare con la propria moglie, la fidanzata, o l’amante. “Passo dopo passo si vanno a minare le fondamenta del sistema di regole voluto dai compianti magistrati Falcone e Borsellino – hanno sottolineato i senatori di Fratelli d'Italia, Alberto Balboni e Patrizio La Pietra ed Edoardo Burelli, membro del dipartimento nazionale del partito guidato da Giorgia Meloni - Lo stato delle carceri italiane versa in grande carenza di uomini e di risorse, oltre ad un lassismo sempre più pronunciato rispetto alla certezza della pena, e rende attoniti la decisione della Guardasigilli di chiedere uno sforzo di poco meno di trenta milioni di euro alle casse pubbliche per garantire la sessualità dei detenuti al carcere duro, attraverso l’allocazione di prefabbricati per gli incontri”.

Gli esponenti di Fdi hanno poi sottolineato quanto questa scelta possa incidere in modo negativo sulla lotta alla Mafia. “Durante i colloqui con i dirigenti dell’amministrazione penitenziaria e gli agenti impiegati nelle case circondariali abbiamo appurato come l’idea di garantire incontri sessuali ai detenuti sottoposti al 41 bis sia estremamente pericolosa. Soprattutto per il difficile bilanciamento tra le esigenze di intimità e i controlli. In particolar modo quelli relativi al passaggio di oggetti o di direttive criminali ai detenuti”.

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