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Epurazioni nel Pd sul caso Alpini: Sonia Alvisi rassegna le dimissioni. “Rancore e discredito dalla sinistra”

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Il caso Alpini e le presunte molestie nei giorni del raduno nazionale spaccano il Partito Democratico. L’annuncio delle dimissioni da parte di Sonia Alvisi, coordinatrice delle donne dem di Rimini, che ha espresso dei dubbi sulle molestie degli alpini perché le donne non hanno denunciato ha scatenato le reazioni del mondo politico, in primis quelle della Lega, con Stefano Corti e Roberto Paolo Ferrari, parlamentari del Carroccio componenti del dipartimento Difesa del partito, che hanno puntato il dito contro gli uomini guidati da Enrico Letta: “Le dimissioni di Sonia Alvisi, epurata perché ‘non fedele alla linea’ sul caso delle presunte molestie durante l’adunata degli Alpini, danno la misura dello scadimento del dibattito interno al Partito Democratico. Quello che però accade in quella formazione politica non è affar nostro, ma lo diventa quando si cerca di gettare scientemente discredito contro il glorioso Corpo degli Alpini. Come cittadini modenesi, non vorremmo che ora la scure della censura dei presunti democratici, cada anche su quegli esponenti Pd della nostra città che giustamente hanno candidato Modena quale sede del prossimo raduno nazionale delle Penne Nere. Se verranno accertati casi che meritano di essere sanzionati sarà giusto procedere, ma la sinistra si tolga dalla mente di scaricare il suo rancore su chi, in divisa, ha fatto, fa e farà grande il nome dell’Italia in tutto il mondo”.

 

 

Valentina Cuppi, presidente del Pd, in una intervista a La Stampa, aveva spiegato così la scelta di Alvisi: “Credo che si sia resa conto di aver commesso un errore. Questo dimostra che le donne del Pd sanno riconoscere quando sbagliano e che il Pd ha una cultura politica di lotta alla violenza radicata, sulla quale non possono esserci ambiguità. Ci sono decine di testimonianze. Tante donne sostengono di aver subito delle molestie. Anche se non hanno denunciato, io credo a queste donne. Abbiamo lanciato la campagna ‘Ogni giorno è 25 novembre’, e un aspetto determinante è proprio la presenza di tante donne che non denunciano perché hanno paura di non essere credute. Spesso non ne parlano nemmeno con le amiche a loro più vicine. quelle prese di posizione mi hanno profondamente stupito. Non fanno male al Pd, fanno male alle donne”. 

 

 

“Il Pd - ha proseguito la Cuppi - sta facendo un lavoro importante dal punto di vista culturale, ha messo al centro la questione femminista e la lotta alla violenza contro le donne. Siamo uno dei pochi partiti che ne fa una questione di ogni atto di governo. Riflessione interna? Ne parleremo di sicuro, sono già in corso dei confronti ma è un punto su cui si esprimerà la Conferenza nazionale delle donne dem. Certo è che non permetteremo un ritorno all’indietro sulla questione della lotta al sessismo, qui c’è un problema che riguarda la nostra società, non solo le singole donne molestate. Il punto non è la mera autodifesa. C’è la giustizia, la denuncia, la stigmatizzazione di un comportamento che fa sì che tutta la società si faccia carico di una rivoluzione culturale. Altrimenti si giustificano e si accetta che vengano commesse delle violenze contro le donne”.

 

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