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Russia-Ucraina, Alessandro Orsini al contrattacco. Siluro a Massimo Giannini: linciaggio da regime

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La reazione di Alessandro Orsini all'articolo pubblicato giovedì 5 maggio da La Stampa che mette in dubbio le competenze e i titoli accademici del professore della Luiss che non sarebbe qualificato per parlare della guerra in Ucraina è arrivato nel pomeriggio con un lungo post pubblicato su Facebook. Il docente della Luiss si rivolge direttamente al direttore de La Stampa, Massimo Giannini, e oltre a difendersi sul piano della solidità dei suoi studi e delle sue pubblicazioni accusa il giornale torinese e altri media mainstream di voler portare il Paese verso "qualcosa di simile a una società autoritaria in cui la Costituzione resta immutata, ma coloro che criticano il governo in carica vengono trattati con le stesse tecniche dei regimi non liberi: attacchi personali, affermazioni falsificate e manipolate, aggressioni quotidiane, linciaggi mediatici, denigrazioni e molto altro". 

 

"Il suo problema non è che io parli dell’Ucraina, ma che io parli male delle politiche degli Usa, dunque della Nato, dunque governo Draghi sull'Ucraina" argomenta Orsini che ricorda che "ci sono centinaia di commentatori in TV sull’Ucraina che non hanno uno straccio di profilo scientifico. Lei però fa scavare soltanto nella mia vita". 

Il docente di sociologia del terrorismo afferma che i titoli accademici "non mi mancano" anche se "non contano niente. Conta soltanto il contenuto di un’affermazione". In ogni caso rivendica che i suoi "libri sono stati pubblicati dalle più importanti università americane. Non basta? Noam Chomsky è uno degli intellettuali più autorevoli del mondo: non ha nemmeno una pubblicazione scientifica sull’Ucraina, ma dice sull'Ucraina cose molto importanti". Insomma, impedire a qualcuno di esprimere un'opinione non è altro che "discriminazione", attacca Orsini che a Giannini, ospite fisso di Otto e mezzo su la7, dice: "Lei parla di Ucraina: che titoli ha sull’argomento?".  

 

Ma come si spiegano le critiche di vari colleghi riportate nell'articolo di Claudio Gatti? Orsini afferma di aver "denunciato il sistema dei concorsi truccati in Italia alla magistratura e che, per questo motivo", è stato "bocciato mille volte nei concorsi", e quindi è "ovvio" che "baroni della sociologia politica" oggi "parlino male di me".

 

Poi l'affondo: "Ho l’impressione che il suo quotidiano, in ottima compagnia di altre testate un tempo autorevoli, ci stiano facendo scivolare verso qualcosa di simile a una società autoritaria in cui la Costituzione resta immutata, ma coloro che criticano il governo in carica vengono trattati con le stesse tecniche dei regimi non liberi: attacchi personali, affermazioni falsificate e manipolate, aggressioni quotidiane, linciaggi mediatici, denigrazioni e molto altro", scrive Orsini che denuncia anche la politica che vuole zittire i "pochi intellettuali critici" tramite il Copasir. 

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