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Quasi 5 ore davanti allo schermo del telefonino: lo studio sull'ossessione e la rivoluzione quotidiana

Alice Antico
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4 ore e 48 minuti: questo è il tempo che ognuno di noi trascorre in media sulle app del proprio dispositivo mobile ogni giorno, secondo l’analisi dell’azienda americana “App Annie” condotta per l’annata 2021. Si tratta di un evidente rapporto costante, quasi ossessivo, con i nostri cellulari e con ciò che essi contengono: il tutto ha inevitabilmente riguardato anche l’aspetto economico delle nostre vite, considerando che, a livello globale, lo scorso anno abbiamo speso $170 miliardi nelle varie app, un aumento del 19% rispetto al 2020. È interessante notare che $4,2 miliardi sono stati spesi per le app di incontro, a causa del fatto che la pandemia ed il distanziamento sociale hanno lasciato un vuoto nel mondo reale che, ancora oggi, stiamo cercando di colmare con la dimensione virtuale e con un nuovo modo di coltivare relazioni.

 

 

Nello specifico, del tempo dedicato alle nostre app, 7 minuti su 10 confluiscono su social network e app di video e foto, con TikTok e Facebook in testa; addirittura, TikTok ha registrato un aumento di utilizzo del 90% rispetto al 2020, record che, quasi sicuramente, verrà spodestato nell’anno corrente. In Italia nel 2021 le prime quattro app sulle quali è stato speso la maggior parte del tempo sono proprio piattaforme social: guida la classifica WhatsApp, seguita da Facebook, Instagram e Facebook Messenger. Rimanendo sempre nel territorio nazionale, lo scorso anno la maggior parte dei soldi spesi per le app sono stati versati sulla piattaforma di streaming DAZN, seguita da Disney+, Google One, Tinder e Netflix. Pertanto, oggi sarebbe utopico pensare ad un mondo senza l’utilizzo delle app e, ancora di più, senza i social network, ormai parti integranti delle nostre esistenze.

 

 

Da quando sono stati inventati, di fatti, i social hanno rivoluzionato la vita quotidiana di ognuno di noi: sarebbe davvero singolare incontrare qualcuno che non abbia un profilo su una o più reti sociali, sarebbe un caso isolato e anomalo, quasi come se questo determinasse l’esistenza e l’identità reale di una persona. Gli utenti attivi sui social corrispondono a 4.14 miliardi di persone, circa il 53% della popolazione mondiale. Uno studio più approfondito ha rivelato che l’uso dei social media è maggiore tra i più giovani, soprattutto nei pre-adolescenti (11-14 anni), e che ll’86,5% degli utenti tra gli 11 e i 18 anni ha almeno un profilo attivo sui social network. Partendo da queste stime, si dovrebbe allora rivedere la dialettica che abbiamo con essi, pensare ad un loro utilizzo pedagogico e maggiormente informativo, meno dipendente dalla logica dell’ostentazione forzata o della ricerca spasmodica di consenso virtuale. La nostra dipendenza dai social network ci porterà a conoscere sempre più i profili virtuali degli esseri umani, ma sempre meno le persone che si celano dietro di essi.

 

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