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Nicolai Lilin sbotta a L'aria che tira: "Trasformate i massacratori in eroi". Ultras ucraini in guerra, duello in tv

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Nella guerra di propaganda che soggiace a quella, sanguinosa, sul campo di battaglia è sempre più complesso stabilire cosa è reale e cosa è frutto di manipolazione politica. Che la Russia di Vladimir Putin fin dalle prime battute dell'invasione dell'Ucraina abbia usato la disinformazione come arma è fuori di dubbio, ma anche da parte dell'Occidente - e ovviamente da Kiev che ha subito l'aggressione - sono evidenti alcune forzature. Ad affrontare il discorso martedì 19 aprile nella puntata di L'Arai che tira, su la7, è lo scrittore Nicolai Lilin, nato in Moldavia all'epoca dell'Urss e naturalizzato italiano, famoso per il best seller "Educazione siberiana" ma anche per una monumentale biografia di Putin. 

 

In guerra "si cerca di disumanizzare l'avversario, diffondendo storie false per rendere il nemico più cattivo e convincere l'opinione pubblica a prendere posizioni se,pre più drastiche", spiega l'autore. "Io stando in Occidente vedo che sta accadendo proprio questo", nella comunicazione dei paesi europei. "Noi in Occidente non abbiamo fatto quasi niente per la nostra iniziativa diplomatica" se non condannare il Cremlino, "ma per la guerra e i massacri c'è sempre tempo. Prima della bestialità dobbiamo concentrarci per tirare fuori degli sforzi concreti per la pace", afferma Lilin. 

 

Durante la trasmissione viene intervistato un ultras di calcio, arruolato nella resistenza ucraina. Lilin non nasconde il suo disappunto affermando che non è possibile trasformare certi personaggi in eroi. "Non è propaganda russa dire che a Odessa" nel 2014 "hanno massacrato la gente, o che hanno fatto le fosse comuni condannate anche dall'Onu. La gran parte di questi massacratori venivano dalle tifoserie di calcio. Ma dobbiamo esaltare questa gente?" è l'affondo di Lilin.  Il tifoso ucraino non ci sta e ribatte allo scrittore: "Per voi Putin è bravo perché vi vende il gas e il petrolio ma uccide la gente in mezzo all'Europa, i nostri ragazzi cercano solo di difendere gli ucraini".   

 

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