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Moskva, la nave russa affondata costruita dagli ucraini: era la più grande nave da guerra del Mar Nero

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Giada Oricchio
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“Io ti ho messo al mondo e io ti distruggo”. L’esercito ucraino come le mamme arrabbiate con i figli. L’affondamento dell’incrociatore Slava Moskva, nella notte tra il 13 e 14 aprile, ha un altissimo valore simbolico nel corso della storia della guerra in Ucraina. L’incrociatore missilistico - 186 metri, 12.500 tonnellate – aveva un valore stimato in 750 milioni di dollari ed era considerata la punta di diamante dell’esercito russo.

A costruire il “Moskva” sono stati gli ucraini. Commissionato il 30 gennaio 1983, ai tempi dell’Unione Sovietica, è stato varato nel 1990 e dopo un primo decennio di attività, passò gran parte degli anni ’90 in cantiere a Mykolaiv, a 65 km dal Mar Nero, dove fu restaurata e ammodernata. Nemesi vuole che “a levarla dal mondo” siano stati gli stessi ucraini. Salvatore Garzillo, inviato a Odessa, in collegamento con la trasmissione L’Aria che Tira, venerdì 15 aprile, su LA7, ha sottolineato proprio quest’aspetto: “Qui stanno festeggiando per l’affondamento, viene considerato un grande successo, hanno distrutto lo storico incrociatore russo, il più forte della flotta navale della Russia, la cosa inquietante è che l’avevano fatta loro, ammodernata loro e distrutta loro”.

Con l’aiutino, non nascosto, ma nemmeno confermato, di americani o britannici. L’inabissamento della nave, che potrebbe aver trascinato in fondo al Mar Nero una testata nucleare, ha scatenato la vendetta di Putin: sono stati intensificati gli attacchi missilistici su Kiev.

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