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L'aria che tira, "lì seduta devi tremare": Maria Giovanna Maglie terrorizza Myrta Merlino sul gioco nucleare di Putin

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Le parole pronunciate ieri da Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione Europa per gli affari esteri e la politica di sicurezza ("ho la lista di armi per l'Ucraina"), hanno provocato la dura reazione del ministro degli Esteri russo, Segei Lavrov e nuove nubi scure si addensano sui negoziati. Il capo della diplomazia europea "è un gaffeur di professione", attacca Maria Giovanna Maglie che punta il dito sulle dinamiche con cui l'Ue sceglie i suoi vertici e rappresentanti. 

 

"Borrell non calcola, perché non è abituato a farlo, il peso e le conseguenze delle cose che dice" attacca la giornalista ospite, martedì 12 aprile, di Myrta Merlino a L'aria che tira, il programma di La7. Con questo clima ogni parola pesa come una pietra, argomenta Maglie, e viene fuori la l'"inadeguatezza" di Borrell. Naturalmente è un problema europeo che non riguarda il singolo rappresentante o funzionario: "Abbiamo messo sanzioni consistenti alla Russia ma che creano più problemi a noi che a Puti. Abbiamo finto di fare un negoziato che non ha portato da una nessuna parte". Papa Francesco "parla di pace ma dall'altra parte, il capo della chiesa ortodossa" di Mosca Kirill " è un guerrafondaio". I negoziati sono stati "acqua fresca". Insomma, per la Maglie "abbiamo giocato" finora e non abbiamo avuto il coraggio di minacciare Vladimir Putin con misure "più forti".  

 

Ma di cosa parla la giornalista? "La no-fly zone avrebbe risparmiato scene terribili", come quelle delle stragi di civili viste negli ultimi giorni. "Ma ci avrebbe portato alla terza guerra mondiale", è l'obiezione della conduttrice, condivisa da molti. "Se pensi davvero che Putin può scatenare la terza guerra mondiale seduta su quello sgabello devi tremare" dice la Maglie rivolgendosi direttamente alla Merlino: "Se è così un pretesto lo trova". Insomma, per la giornalista quello di Putin sul nucleare è un bluff: il presidente russo è uno "spregiudicato e avveduto Zar che vuole riprendere quello che ritiene sia suo, e a minaccia si adegua". In sintesi, l'Occidente deve andare a vedere il gioco del Cremlino. Con tutti i rischi del caso. 

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