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Covid, quarta dose per gli over 80 e gli over 60. E in autunno anche per i cinquantennni

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Dati Covid stabili e ricoveri in calo mentre parte la quarta dose vaccinale per over 80, ospiti delle rsa e ultrasessantenni fragili. Intanto già si pensa all’autunno ed è in corso di valutazione l’ipotesi di un nuovo siero anti-Covid, che potrebbe comprendere anche quello antinfluenzale e riguardare solo gli over 50. «È assolutamente da perseguire il completamento del ciclo di copertura vaccinale», spiega il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, nella conferenza stampa convocata al ministero della Salute per fare il punto sullo stato e le prossime tappe della campagna. «I vaccini oggi a disposizione sono più che adeguati per conferire protezione rispetto al rischio di malattia grave - aggiunge - l’ultimo dato Iss, ci ricorda che hanno una protezione del 91% rispetto al rischio di sviluppare la malattia grave». Il target della quarta dose comprende da oggi altri sei milioni di persone, tra over 80 (circa quattro milioni) e over 60 fragili (due milioni).

 

 

 

L’Agenzia italiana del farmaco presto darà il via libera alla prescrizione degli antivirali anche da parte dei medici di famiglia e intanto ci si prepara all’autunno quando saranno disponibili nuovi vaccini e terapie monoclonali. «Arriveremo a ottobre attrezzati», assicura il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, secondo il quale il prossimo richiamo sarà effettuato con un vaccino «adattato» e non riguarderà l’intera popolazione: «Decideremo in spirito europeo, insieme a Ema e Ue», evidenzia, aggiungendo che «il probabile orientamento» è di rivolgersi alla fascia over 50/60. Sul fronte epidemico, oggi si registrano 83.643 contagi, con un tasso di positività del 14,9%, e 169 morti. Cala a 10.207 il numero dei ricoveri (49 in meno rispetto a ieri), mentre le terapie intensive sono 463 (tre in meno rispetto a ieri con 53 nuovi ingressi). «Non siamo ancora in una situazione ottimale», dice il direttore prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, secondo il quale «la luna di miele del vaccino è finita dopo il periodo iniziale della campagna, come succede sempre perché il vaccino tende a far diminuire la malattia grave, si abbassa la percezione di rischio e subentra una ’stanchezzà». «Ma se i casi di malattia grave sono calati è solo grazie alla campagna vaccinale - conclude - ed è per questo che non bisogna abbassare la guardia».

 

 

 

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