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Covid, Rezza : la mascherina al chiuso è un dovere morale

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La mascherina è necessaria. Ne sono convinti i medici che da più giorni sottolineano l'importanza di proteggersi ancora contro il covi anche se lo stato d'emergenza è finito, i morti diminuiscono e la gravità della malattia non è più tale da preoccupare. 

Al di là delle decisioni della politica «utilizzare la mascherina in un luogo chiuso può rappresentare un dovere morale e un sano diritto per chi vuole proteggersi. È chiaro che in caso di contatti ravvicinati in un luogo pubblico potrebbe essere opportuno continuare ad indossarla anche indipendentemente dagli obblighi che deciderà la politica». Lo ha detto il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, nella conferenza stampa sulla prosecuzione della campagna vaccinale e sulla somministrazione della seconda dose di richiamo rispondendo ad una domanda sull’obbligo della mascherina nei luoghi chiusi. 

 

 

 

«La situazione epidemiologica, sebbene nella scorsa settimana abbiamo assistito ad una lieve inversione di tendenza, non è ancora ottimale, c’è una elevata velocità di circolazione virale e l’incidenza è ancora relativamente elevata. Viaggiamo, infatti, tra i 60 e i 70mila casi al giorno», ha proseguito Rezza. «La maggior parte di questi casi- ha aggiunto Rezza- è dovuto dalla variante omicron, con omicron 2 che sta ormai diventando largamente predominante. In Italia c’è anche una circolazione di intensità molto bassa di ricombinanti come Xe o Xj, casi sporadici che per ora non pongono particolare condizione d’allarme, perchè si tratta di ceppi appartenenti alla variante omicron». «A fronte di una incidenza di infezione elevata - ha infine sottolineato - gli indicatori relativi all’occupazione dei posti letto ospedalieri, sia in area medica che in terapia intensiva, sono confortanti. Fortunatamente non abbiamo una congestione delle strutture sanitarie», ha concluso. 

 

 

Serve «rafforzare il messaggio» sia riguardo a «completare la copertura vaccinale dei cittadini con la terza dose di vaccino anti Covid sia per il completamento delle seconde dosi booster nelle persone immunodepresse», ha continuato Rezza. È necessario «uno sforzo collettivo che impegni sia i medici di medicina generale, sia, per gli immunodepressi, gli specialisti». E «in accordo con quella che non si chiama più unità commissariale, verranno fatti richiami alle Regioni per cercare di spingere l’acceleratore».

 

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