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Russia-Ucraina, altri mesi di guerra per far cadere Putin? Occidente al bivio, l'analisi di Giampiero Massolo

Luca De Lellis
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Tra stragi di civili e sanzioni del fronte occidentale, la guerra in Ucraina prosegue senza soluzione di continuità. Il terribile massacro avvenuto a Bucha è solo l’ultimo tassello di un puzzle ancora lontano dall’essere completato. Interrogato da Alessandra Sardoni, conduttrice della puntata di Omnibus andata in onda su La7 lunedì 4 aprile, l’ambasciatore Giampiero Massolo ha espresso la sua approvazione sull’efficacia dei provvedimenti adottati dall’Alleanza Atlantica nei confronti di Mosca: “Penso che l’Occidente abbia fatto tutto sommato bene la sua parte. C’è un mix di forniture militari e sanzioni direi quasi senza precedenti. Nel senso che stiamo compromettendo l’accesso della Russia a quello che è il sistema di interrelazioni mondiali che va sotto il nome di globalizzazione e stiamo bloccando l’accesso alle sue riserve valutarie”.

 

Il presidente dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi) ha poi individuato anche una funzione preventiva relativa a questi interventi, che possono scoraggiare eventuali tentativi analoghi da parte di altre potenze nell’avvenire: “Qualche cosa, dal punto di vista esemplare anche per il futuro in caso di altre tentazioni, e penso alla Cina, è stata fatta. Questo mix ha fatto sì che quella che per Putin doveva essere una vittoria facile, una guerra rapida con una grande sproporzione di forze in campo, così non è stata. Proprio grazie alla reazione categorica, potente ed esemplare per il futuro dell’Occidente”.

 

In Italia, sui principali organi di informazione, si vocifera di una presunta distanza tra le volontà di Stati Uniti e Gran Bretagna, in contrapposizione a quelle dell’Unione Europea, in merito alla possibile conclusione del conflitto. In particolare, l’idea anglosassone sarebbe quella di prolungare il conflitto fino a giungere ad una resa incondizionata di Putin, mentre l’Europa vorrebbe arrivare a una situazione diplomatica, anche a costo di condurre l’Ucraina all’accettazione di compromessi con Putin.

 

Tuttavia, secondo Massolo, questa differenza è riconducibile solamente alla stampa nazionale, e non a quella internazionale, nella quale questo dibattito non è presente, per una serie di ragioni che il diplomatico mette in evidenza: “Pensare che prolungare di qualche mese, in difesa peraltro dell’aggredito, un conflitto bellico provochi il collasso simultaneo di queste quattro forze mi sembra avventato. In secondo luogo, che ne sappiamo del dopo? Che ne sanno Stati Uniti, Regno Unito ed Europa di quello che potrebbe esserci, ove anche Putin cadesse. Sinceramente è una scommessa che non mi sentirei di prendere oggi. Poi un terzo elemento: ma in base a quale logica strategica gli Stati Uniti, così interessati all’Indo-Pacifico, al punto da mettere l’Europa in secondo piano, dovrebbero prolungare un conflitto che li sta distraendo dallo scenario cinese e Indo-Pacifico, riportandoli più o meno di malavoglia sul quadrante europeo. Io – afferma a conclusione del suo ragionamento – forse per quello non vedo tutto questo dibattito sulla stampa internazionale”.

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