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Il Garante dei minori di Trento fa a pezzi il green pass: violente limitazioni ai diritti fondamentali

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«È semplicemente inammissibile, per un Garante dei diritti dei minori, non dare voce a quelle che sono le espressioni di grave disagio e legittima protesta a causa delle ulteriori e gravi limitazioni dei diritti fondamentali della persona. Rivolgo il mio personale disappunto e indignazione per quello che si può definire come un cervellotico e assurdo meccanismo di controllo sociale, il cosiddetto green pass nelle sue molteplici declinazioni». Così Fabio Biasi, Garante dei minori di Trento, che ha scritto a presidente della Provincia, al commissario del governo e all’Autorità garante per l’infanzia in merito alle misure di contenimento della pandemia per quanto riguarda trasporti scolastici, accesso alle attività sportive e ricreative, mense, regole di accesso alle scuole di ogni ordine e grado e quarantene differenziate a seconda dello stato vaccinale degli studenti.

 

«I provvedimenti introdotti dall’esecutivo centrale, purtroppo con il generale sostegno delle autonomie locali, comportano in un continuo crescendo, gravi, violente e ingiustificate limitazioni ai diritti fondamentali di tantissimi ragazzi - si legge nel documento -. Il tutto viene scientemente alimentato da una perdurante e martellante narrazione mediatica tesa a indicare i bambini quali diffusori della malattia con conseguente loro colpevolizzazione. Ricordo che le persone non sono numeri anonimi e freddi da inserire in tabelle per far fronte a compiti decisionali». 

 

«Il solo pensiero di condizionare il diritto allo studio al possesso di un lasciapassare da dover esibire sui mezzi pubblici, per accedere alle attività sportive e culturali costituisce non solo una gravissima ferita allo spirito della carta costituzionale ma anche un insulto all’intelligenza della generalità dei consociati», scrive Biasi. «Queste norme, espressione di un potere esecutivo che pretende di disporre autoritativamente delle vite delle persone fino nei minimi dettagli, hanno comportato un generale clima di smarrimento e una pericolosa frattura nelle relazioni tra i cittadini, minando severamente le basi costituzionali per la promozione della pacifica convivenza civile», si legge nel documento che include l’appello a «restituire ai nostri ragazzi un rinnovato clima di fiducia e gioia di vivere che possa prevalere sulle sempre meno giustificate paure, chiusure ed atteggiamenti preconcetti».

 

«Quali persone titolari di responsabilità istituzionali non possiamo continuare ad evitare di chiederci quanto e quale sia il grado di ansia ed emarginazione inutilmente causato ai nostri ragazzi - si legge nel documento -. Non possiamo non interrogarci su chi e cosa ripagherà tutto questo ammesso che ci possa essere un risarcimento e soprattutto sugli effetti a medio e lungo termine che queste assurde vessazioni comportano». 

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