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Il vaccino obbligatorio non convince i no vax

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Dario Martini
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Il 5 gennaio, il giorno prima dell’Epifania, il Consiglio dei ministri ha varato il decreto con cui si introduce l’obbligo vaccinale per chiunque ha più di 50 anni. Scatterà il primo febbraio. Dal 15 del mese, invece, entra in vigore per poter andare a lavorare.

Non è un mistero che più si avanza con l’età più si rischia conseguenze gravi prendendo il Covid. Il governo è convinto che questo provvedimento svuoterà le terapie intensive. La multa, a dire il vero, non è così alta. Solo cento euro. Mentre diventa salata (fino a 1.500 euro) se ci si reca in ufficio senza aver completato il ciclo vaccinale. Eppure, nell’ultima settimana, quella che va dall’8 al 14 gennaio, il boom di prime dosi agli over 50 non si è visto. Solo 147.610 somministrazioni, poco più di 20mila al giorno. Se si continuerà con questo ritmo, il primo febbraio i no vax con più di cinquant’anni resteranno ancora moltissimi.

Guardiamo qual era la situazione registrata dalla struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo il 7 gennaio scorso. A quella data si contavano ancora 2.165.583 italiani over 50 ancora in attesa della prima dose. Un dato già epurato dal numero dei guariti. La settimana dopo, il 14 gennaio, i non vaccinati sono scesi a 2.017.973. Significa, come abbiamo detto in precedenza, che solo 147mila no vax si sono convinti ad immunizzarsi sulla spinta dell’obbligo vaccinale introdotto da Draghi. Se la campagna di Figliuolo non accelererà ulteriormente ma si manterrà su questi ritmi, il primo febbraio ci saranno ancora circa 1,7 milioni di non vaccinati con più di 50 anni. Se questo dato dovesse essere confermato tra due settimane, il governo avrà una nutrita fetta di popolazione da multare con 100 euro a testa. Un "tesoretto" potenziale di 170 milioni. Certo, in tanti riusciranno ad evitare la sanzione grazie all’esonero dal vaccino. L’esenzione comunque è difficile da ottenere. Nel decreto è scritto chiaramente che i certificati saranno vagliati attentamente dalle autorità sanitarie.

Tornando ai numeri, ad oggi, escludendo chi ha meno di cinquant’anni, la maggior parte dei no vax si trova nella fascia d’età che va da 50 a 59 anni, che conta 926mila non vaccinati. Sono 571mila coloro che rifiutano il siero tra 60 e 69 anni, 350mila tra 70 e 79 e 169mila tra chi ha più di 80 anni. Eppure, solo tre giorni fa, la struttura commissariale di Figliuolo ha emesso una nota per enfatizzare il fatto che in soli sette giorni le prime dosi agli over 50 sono triplicate. Detta così è sicuramente un successo. Ma bisogna tener conto da dove si partiva. Nella settimana precedente all’annuncio dell’introduzione dell’obbligo vaccinale, infatti, erano state somministrate solo 39mila prime dosi a chi ha più di 50 anni. Poco più di 5mila al giorno. Un numero bassissimo. È evidente che la minaccia della sanzione, soprattutto quella più salata per chi va a lavorare senza super green pass, avrebbe indotto molti no vax ad abbracciare il tanto odiato siero. Così è stato. Ma lo zoccolo duro ancora non cede. Le parole dell’altro giorno di Draghi, che con consistente ritardo ha spiegato in conferenza stampa il decreto, non hanno sortito alcun effetto. I no vax più agguerriti si preparano alla sfida di febbraio. A rinunciare al lavoro e a pagare i cento euro di multa.

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