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Quarta dose, Clementi mette in guardia sull'inverno: "Servirà un vaccino per la variante dopo Omicron"

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Non se ne esce più. Mentre Pfizer prepara il nuovo vaccino per la primavera in grado di sconfiggere la variante Omicron (sta studiando un siero "ibrido" in grado di colpire sia i vecchi ceppi che quello sudafricano), si profila già all'orizzonte un altro vaccino per l'inverno. Un farmaco "mirato" contro la variante del Covid che sarà predominante in quel momento. E' un'ipotesi tutt'altro che remota. Massimo Clementi, contattato dall'AdnKronos Salute, lo spiega così: "Secondo me in questo momento, soprattutto da noi in Europa, non c’è necessità di pensare alla quarta dose" di vaccino anti-Covid. "C’è necessità di completare la terza dose e di vedere cosa accade. Andiamo verso una stagione primaverile e dobbiamo vedere come sarà da un punto di vista epidemiologico". Il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano aggiunge: "Affrontiamo la primavera con la terza dose, perché quello sì è importante. Dopodiché, a me sembra un po' prematuro decidere adesso di fare una quarta dose con lo stesso vaccino utilizzato finora", osserva. "perché il prossimo inverno molto probabilmente lo dovremo affrontare con un vaccino diverso, con un vaccino che sia costruito sulla variante che circolerà. Se sarà Omicron, un vaccino per Omicron. O altrimenti contro la variante che sarà. Ormai dobbiamo arrivare a una logica stile influenza, per la vaccinazione", conclude l’esperto. Contro i virus stagionali, infatti, i vaccini vengono tarati di stagione in stagione sui ceppi virali in circolazione. Il problema è la durata dell'efficacia. Con i vaccini attuali, infatti, che hanno rivelato una buona efficacia per soli quattro mesi, il rischio è di ritrovarsi impelagati in una rincorsa continua alla variante di turno.

 

 

 

 

Almeno Clementi non propone di fare subito una quarta dose prima dell'estate, ma suggerisce di aspettare l'inverno. Resta da vedere cosa intenderanno fare i vari Stati. L'Italia finora ha sempre seguito le indicazioni dell'Ema e, di conseguenza, dell'Aifa. Negli Stati Uniti e in Israele, però, stanno già aprendo le porte alle quarte dosi, anche se per il momento rivolte solo alle persone più vulnerabili. Non tutti i virologi sono concordi sulla materia. Andrea Crisanti, ad esempio, intervistato da Il Tempo, ha detto che dobbiamo iniziare a studiare un nuovo vaccino in grado di assicurare una protezione più duratura, perché quelli attuali a mRna prodotti da Pfizer e Moderna hanno rivelato una scarsa capacità di garantire un'efficacia che duri nel tempo.

 

 

 

 

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