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Lazio e altre tre Regioni in zona gialla da lunedì 3 gennaio: cosa cambia per i cittadini

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Con l'anno nuovo scatta il cambio di colore. Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia, da lunedì 3 gennaio, passeranno in zona gialla. Il cambio di colore per rischio Covid sarà contenuto in un’ordinanza del ministero della Salute in arrivo. Saranno così 11 il totale delle regioni e province autonome in fascia gialla. Cosa cambia per i cittadini? Poco o  niente, visto che l'obbligo di mascherina all'aperto è già previsto e le misure del decreto Covid in gran parte si sovrappongono a quelle della zona gialla. 

 

Secondo i dati principali emersi dalla cabina di regia sul Covid-19, diffusi dall’Istituto Superiore di Sanita, l’incidenza settimanale a livello nazionale continua ad aumentare rapidamente: 783 casi su 100mila abitanti (registrati dal 24 dicembre alla data di ieri) contro 351 registrati dal 17 al 23 dicembre. Dal 7 al 20 dicembre l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,18 (range 1,13- 1,22), leggermente in aumento rispetto alla settimana precedente e ancora al di sopra della soglia epidemica. È stabile, ma ancora sopra la soglia epidemica, l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,11 (1,07-1,13) alla data del 20 dicembre contro Rt = 1,11 (1,07-1,14) del 13 dicembre. In aumento il tasso di occupazione in terapia intensiva: è al 12,9% (rilevazione giornaliera del ministero della Salute alla data di ieri) vs il 10,7% (alla data del 23 dicembre). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 17,1% (alla data di ieri) contro il 13,9% (del 23 dicembre).

 

Entrano in vigore oggi le nuove regole per la quarantena contenute nell’ultimo decreto approvato dal Consiglio dei ministri, pubblicato in Gazzetta ufficiale. Dal 10 gennaio 2022 fino alla cessazione dello stato di emergenza, si amplia l’uso del Green Pass rafforzato a una serie di attività anche all’ aperto. Sarà inoltre necessario per l’accesso e l’utilizzo dei mezzi di trasporto compreso il trasporto pubblico locale o regionale. Da oggi, invece, il decreto prevede che la quarantena preventiva non si applica a coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al COVID-19 nei 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario o dalla guarigione nonché dopo la somministrazione della dose di richiamo.

 

Fino al decimo giorno successivo all’ultima esposizione al caso, a queste persone è fatto obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 e di effettuare - solo qualora sintomatici - un test antigenico rapido o molecolare. Si prevede inoltre che la cessazione della quarantena o dell’auto- sorveglianza consegua all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare, effettuato anche presso centri privati; in tale ultimo caso la trasmissione all’Asl del referto a esito negativo, con modalità anche elettroniche, determina la cessazione di quarantena o del periodo di auto-sorveglianza. Il decreto prevede che le capienze saranno consentite al massimo al 50% per gli impianti all’aperto e al 35% per gli impianti al chiuso.

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