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Turismo nel baratro, per colpa di Roberto Speranza più hotel a rischio. Flussi a picco

Damiana Verucci
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Neanche il tempo di abituarsi alle nuove restrizioni con il green pass base obbligatorio anche per chi soggiorna in albergo, che sul sistema ricettivo romano arriva un'altra mazzata, l'ordinanza appena firmata dal Ministero della Salute che riporta l'Italia «sorvegliata speciale» e dunque ad ingressi molto più difficili dall'Europa e ancora di più dal resto del mondo. Ce lo impone la pandemia, certo, ma Federalberghi lancia l'allarme: a Natale e Capodanno la Capitale rischia il baratro, con 350 hotel ancora chiusi e previsioni di flussi in media a già circa -50% rispetto al 2019. La nuova ordinanza, per dirla ancora più chiaramente, preannuncia una vera e propria debacle del settore.

 

 

«Come i numeri attestano da tempo - spiega Giuseppe Roscioli, presidente Federalberghi Roma - le città d'arte sono state le più penalizzati dalla crisi Covid, con Roma vero epicentro del sisma. Le nuove disposizioni vanno ora a incrinare ulteriormente uno status quo che da noi vede ancora 350 alberghi chiusi su circa 1.250: nessun territorio ha registrato tante chiusure come quello della Capitale. Pur comprendendo e condividendo l'importanza delle esigenze di salute pubblica e protezione sanitaria, con gli hotel che hanno applicato ogni disposizione in maniera rigidissima e fin da subito, ora ci aspettiamo tempi davvero bui». I dati, dunque, di questo annunciato disastro. Nel periodo di Natale (dal 23 al 28 dicembre 2021) negli esercizi ricettivi alberghieri e complementari di Roma Capitale erano stimati, prima dell'ultima ordinanza, circa 129 mila arrivi e 286 mila presenze, con - 48,95% di arrivi e - 49,78% di presenze rispetto a Natale del 2019. Nel periodo di Capodanno (dal 29 dicembre 2021 al 3 gennaio 2022) gli arrivi previsti erano circa 125.000 e le presenze 297 mila, con - 48,85% di arrivi e - 52,80% di presenze rispetto a Capodanno 2020. Difficile al momento ipotizzare cosa succederà, certo questi numeri sono destinati non solo a restare negativi ma a peggiorare anche.

 

 

«Con questa ordinanza - continua Roscioli l'Italia stende nei fatti un tappeto rosso verso altre destinazioni turistiche concorrenti, lasciando lavoratori e aziende del settore a guardare crescere impotenti altre economie mentre già tra qualche giorno migliaia di occupati perderanno il loro impiego a causa del mancato rinnovo della Cassa Integrazione Covid: insomma, come spesso accade, siamo ancora una volta bravissimi a farci autogol». Il rischio concreto, oltre a migliaia di licenziati nel comparto, è assistere nei prossimi mesi ad ulteriori chiusure mentre gli hotel che attendevano la primavera per provare a ripartire potrebbero definitivamente rinunciare a tornare attivi. Nel frattempo, chi è rimasto aperto, prova a ridurre le spese perché ha di media un 30% di camere occupate e quindi non può certo permettersi di mantenere la struttura al pieno della sua efficienza. Tradotto, si spengono i riscaldamenti ai piani delle strutture non utilizzate e si lascia il personale a casa che finora ha avuto il sussidio del Governo, ma a fine anno terminerà anche quello con ovvie conseguenze. 

 

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