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Super green pass, Mario Draghi promette: "Così salviamo il Natale ed evitiamo le chiusure"

Nadia Pietrafitta
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«Prevenire per preservare» quanto conquistato finora, in termini di libertà individuale, di socialità e di ripresa economica. È questa la «logica» che sta dietro al green pass rafforzato approvato dal Governo e che Mario Draghi rivendica di fronte al Paese. Il premier vuole «un Natale normale», almeno per i vaccinati, evitando i possibili «rischi» che vengono da una situazione epidemiologica «sotto controllo e migliore degli altri Paesi Ue», ma comunque «in lieve e costante peggioramento», dalla fotografia «grave» che viene dall'estero, dall'inverno alle porte e dalla «copertura vaccinale del ciclo che comincia ad affievolirsi». L'ex presidente Bce porta alla memoria collettiva il passato recente: «I nostri ricordi vanno ai quasi 134 mila morti, alla caduta dell'attività economica, ai negozi chiusi, ai ragazzi che hanno fatto un anno di scuola in assenza, e che non sono stati bene. E alcuni di loro ancora stanno soffrendo. E soprattutto vogliamo andare ai ricordi della povertà. Gli italiani quest'anno hanno reagito, siamo tornati alla normalità e ora vogliamo conservare questa normalità, non vogliamo rischi, ma restando aperti», insiste. Per questo, in questo momento, le divisioni all'interno della maggioranza non sono (o non dovrebbero essere) ammesse.

 

 

È ancora una volta la Lega, a sollevare distinguo ed eccezioni. Al mattino, in cabina di regia non c'è il capodelegazione Giancarlo Giorgetti, sostituito dal sottosegretario al Mef Federico Freni, e l'eccezione arriva sulla possibilità di prevedere il super green pass anche dalla zona bianca, riservando la possibilità di frequentare bar, ristoranti, cinema, teatri e eventi sportivi solo a chi si è vaccinato o è guarito dal Covid. Secondo i rumors che crescono in Transatlantico il Carroccio sarebbe pronto a disertare la riunione del Governo prevista nel pomeriggio. È lo stesso Giorgetti, prima di partecipare al Question time, a smentire: «Sarò in Cdm», assicura. Matteo Salvini «non ha mai immaginato» che i ministri del Carroccio potessero non presentarsi e «si è limitato ad ascoltare le forti perplessità di sindaci, governatori e ministri in particolare sul super green pass in zona bianca», viene fatto filtrare. Si tratta sulla durata della «stretta». Alla fine si decide per limitare (almeno per il momento) la validità del provvedimento dal 6 dicembre al 15 gennaio e la Lega vota il decreto. «Ho espresso in consiglio dei ministri le riserve della Lega su un super green pass esteso anche alle zone bianche. Perplessità che governatori e sindaci della Lega hanno portato avanti in più occasioni, compresa la conferenza delle Regioni», dice Giorgetti al termine del Cdm, spiegando di aver votato «con senso di responsabilità» le nuove misure.

 

 

Draghi da un lato minimizza, dall'altro mette in chiaro la rotta. «Quelle che sembravano delle diversità di posizione prima del Cdm, poi durante il Cdm sono in effetti sparite, quindi la decisione è stata unanime», taglia corto. In ballo, però, è il messaggio, non c'è solo la tenuta del Governo ma quella del Paese, attraversato dalle tensioni tra la grande maggioranza di chi si è vaccinato e la minoranza no vax e no pass, scesa in piazza in più di un'occasione. «È molto importante anche proprio per ricucire questa situazione di contrapposizione tra chi si vaccina e chi non si vaccina che il Governo sia compatto nelle sue determinazioni scandisce - che non ci siano cedimenti, posizioni un po' diverse, come abbiamo visto purtroppo tante altre volte nella storia italiana di fronte a fenomeni di grande importanza sociale». La mancanza di compattezza, è la sottolineatura, «viene usata come scusa per l'evasione dall'obbligo, per la tensione, per la contrapposizione, sembra quasi giustificarsi perché ci sono persone che non la pensano come gli altri». I leghisti non apprezzano troppo. È Massimiliano Fedriga, lodato e ringraziato dal premier per «l'interlocuzione molto proficua», a replicare: «Il lavoro della Lega a tutela della salute pubblica, della ripresa economica e della tenuta sociale del Paese sta evidentemente dando i suoi frutti», taglia corto, ribadendo però le riserve per le restrizioni in zona bianca, «ancorché limitate al 15 gennaio e dunque legate a una temporaneità che risulta rassicurante». Per risanare il Paese, in ogni caso, è convinto il premier, la cosa fondamentale è che le misure abbiano «successo».

Per questo, una volta stabilite le regole, l'attenzione del governo è tutta puntata sulla necessità di farle rispettare. «La convinzione del Cdm è che i controlli sono fondamentali per questa strategia e di questo è stata investita la ministra dell'Interno. Le forze di sicurezza verranno mobilitate in maniera totale e piena. Il perimetro dei controlli è stato esteso anche al trasporto pubblico locale. Si era detto che era difficile, servono controlli campionari e frequenti, anche i controlli vanno intensificati e anche la polizia municipale sarà mobilitata. Bisogna fare controlli in più e bisogna muoversi», sentenzia. Massima prudenza, insomma, per evitare rischi e non chiudere e anche per «salvare» le feste. «Ve lo ricordate il Natale l'anno scorso? Vogliamo conservarci un Natale diverso», dice il premier, che spera di assicurare che sia «normale almeno ai vaccinati». Quanto al prossimo, aggiunge, «spero lo sia per tutti, anche per coloro a cui quest'anno saranno riservate le restrizioni» nella speranza che «possano tornare a essere parte della società con tutti noi». E Mario Draghi passerà al Quirinale il Natale 2022? domandano i cronisti. Il premier glissa, e sorride.

 

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