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Covid, autoestinzione della Variante Delta. Lo studio in Giappone sul crollo dei casi: mutazioni letali

Giada Oricchio
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Il Covid ha rialzato la testa in tutto il mondo, ma la contagiosissima variante Delta sembra destinata a scomparire per “autoestinzione” come già accaduto in Giappone. A fine estate, il paese è stato travolto da un’ondata fortissima con punte di 23.000 casi al giorno, ma la scorsa settimana, Tokyo ha registrato solo 16 nuovi casi. Secondo gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Genetica e dell’Università di Mishima il crollo improvviso dei positivi sarebbe dovuto a un eccesso di mutazioni che avrebbero soppiantato la Delta. Quando i virus si replicano, infatti, i geni subiscono casuali “errori di copiatura” che portano cambiamenti nella struttura, ecco perché la prima forma di Coronavirus era diversa rispetto a quelle successive. Le mutazioni possono rendere il virus meno aggressivo o più aggressivo come accaduto in quest’ultimo anno e mezzo (maggiori diffusione, capacità di eludere l’immunità e causare gravi malattie).

 

 

Tuttavia, in alcune occasioni, queste mutazioni arrivano a un “punto morto dell’evoluzione”. Il professor Inoue ha dichiarato al Japan Times che, in base agli studi, la variante Delta si sta autodistruggendo in maniera naturale perché avrebbe accumulato un eccesso di mutazioni a carico della proteina Nsp14, responsabile della correzione degli errori di copiatura: “Siamo rimasti letteralmente scioccati dai risultati. In Giappone la variante Delta era altamente trasmissibile e respingeva altre varianti. Pensiamo che man mano si accumulavano le mutazioni sia diventato un virus difettoso, non più in grado di replicarsi”.

 

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