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Covid, mascherine non a norma comprate da Arcuri: non proteggono dal virus. È caccia tra i poliziotti

Elena Ricci
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All’indomani di una campagna vaccinale da record tra le forze dell’ordine e l’obbligo dell’"autotassazione" con tamponi ogni 48 ore per quella percentuale di agenti che ha ritenuto di non vaccinarsi, si scopre che parte delle mascherine fornite in dotazione più di un anno fa dalla struttura del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 durante la prima fase della pandemia, non sono conformi con la normativa vigente e risultano, come ha scritto la Procura di Roma «pericolose per la salute». Si, perché parte di quelle mascherine sequestrate in questi giorni dalla Guardia di Finanza sono state distribuite anche alla Polizia di Stato e il vero problema, essendo avvenuta la distribuzione già da un anno, è che potrebbero essere state utilizzate, con rischi per la salute degli agenti. Per questo motivo la direzione centrale di sanità del dipartimento di pubblica sicurezza, ha disposto con una circolare urgente ripresa anche dall’ufficio sanitario provinciale della questura di Roma, il blocco immediato e il richiamo di diverse tipologie di dispositivi di protezione individuale o almeno, di quello che resta. Si tratta nello specifico di mascherine FFP2 e FFP3 di provenienza cinese.

 

 

L’ordine di bloccare e ritirare queste mascherine per quanto riguarda la questura di Roma, arriva in seguito ad una segnalazione da parte dell’unità di crisi della protezione civile della Regione Puglia. Questi, con una nota, hanno disposto il blocco immediato di ben 10 marchi cinesi di mascherine, tra FFP2 e FFP3, risultate non conformi a seguito di controlli da parte del nucleo di polizia economico finanziaria di Bari. Dunque, il blocco e il ritiro sarebbero conseguenti a indagini in corso a cura di diverse procure. Proprio una settimana fa la Procura di Roma ha disposto il sequestro di più di 800 milioni di mascherine presso la struttura commissariale e alcune sedi regionali, affidando l’attività istruttoria alla Guardia di Finanza che ha effettuato sequestri in diverse regioni italiane. I dispositivi di protezione individuali erano stati acquistati durante la prima fase della pandemia.

 

 

Negli ambiti dell’inchiesta risulta indagato per abuso d’ufficio Domenico Arcuri, ex commissario per l’emergenza Covid, e l’imprenditori Mario Benotti, Andrea Vincenzo Tommasi ed Edisson Jorge San Andres Solis. Le mascherine sequestrate, di provenienza cinese, sono state ritenute non a norma e pericolose per la salute. Nelle 14 pagine del decreto di sequestro della Procura di Roma, si legge che molti dei dispositivi non soddisfano i requisiti di efficacia, non avendo passato gli esami all’aerosol di paraffina e al cloruro di sodio. Pertanto, è stata la stessa Procura a ritenere necessario il sequestro dei dispositivi ancora in giacenza, sia delle partite non idonee, sia di quelle non esaminate per garantirne la perizia.

 

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