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Covid, Ricciardi vuole la rivoluzione sul green pass: solo ai vaccinati. La nefasta previsione sulla pandemia

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“Inasprire le misure sul green pass”. Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e ordinario di Igiene generale e applicata all'Università Cattolica di Roma, non ha dubbi sui prossimi passi per gestire la pandemia Covid e non ha timore nell’attirarsi nemici tra i no-vax parlando della certificazione verde al Messaggero: “Il green pass è una misura davvero utile. Tutte le misure di sicurezza hanno un punto debole, ma ho la certezza che nel momento in cui col green pass obblighi in maniera gentile a vaccinarsi, restino fuori soltanto gli irriducibili. Anzi, ne renderei ancora più rigido l'uso. Il green pass non andrebbe dato più a chi fa il tampone, ma dovrebbe essere una certificazione rilasciata soltanto a chi si è vaccinato o è guarito. Sarebbe un altro modo per spingere ancora di più alla profilassi”.

 

 

Ricciardi smonta poi tutti i discorsi sull’immunità di gregge raggiunta con l’80% dei vaccinati e tira un’altra secchiata di acqua fredda sul futuro: “Senza la vaccinazione di massa, pensare di convivere con il virus è una pia illusione. La bassa endemia la otterremo quando avremo il 95 per cento dei vaccinati. Rimarrebbero in sostanza 3 milioni di cittadini non vaccinati. È una cifra alta, però di fatto è assolutamente gestibile”. La domanda sorge spontanea: come si può arrivare al 95% di vaccinati se non è approvato alcun vaccino per i minori di 12 anni? Risponde Ricciardi: “Si stanno facendo sperimentazioni anche per la somministrazione in età pediatrica e, in questo momento, sono molto positivi i dati di efficacia sui bambini tra i 9 e 12 anni. È quindi presumibile che entro l'inizio del 2022 sarà disponibile anche per le fasce pediatriche. Dunque, man mano che si allarga la platea potremo andare verso questa percentuale. Spero per la primavera del 2022. Ma a quel punto avremo fatto anche un booster, ossia la terza dose”.

 

 

“La primavera del 2022 - evidenzia il consulente del ministro Speranza - può essere una tappa importante per i paesi ricchi. Ma è chiaro che rimangono scoperti i paesi poveri, e allora di questo passo la pandemia finirà non prima del 2024. Mentre si allestiscono decine di miliardi di dosi di vaccini, c'è il rischio di una variante che li buca. Per questo, sarebbe quanto prima necessario fare una sospensione dei brevetti e il trasferimento tecnologico e produrre miliardi di dosi di vaccino per proteggere contemporaneamente paesi ricchi e poveri. Bisogna mettere in atto una strategia planetaria, ma non mi pare che sia stata compresa l'entità di questa pandemia. Personalmente - conclude il professore - non sono contrario all’obbligo vaccinale”.

 

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