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Roberto Burioni molli i social di notte oppure rischia di pentirsene

Arnaldo Magro
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Brutta bestia la nostalgia. Quel sentimento che ti porta sconforto nel cuore, al solo pensiero di ciò che è stato e probabilmente non tornerà. Deve certamente esser stato mosso da quel sentimento Roberto Burioni, di professione virologo, quando dopo la mezzanotte, ha lanciato il suo tweet. Non vi sono altre possibili spiegazioni. Memore delle sue invettive da Fabio Fazio, ripensando a quando, ospite fisso a gettone, poteva sulle reti Rai, predicare e pontificare senza contraddittorio alcuno. Potendo invece abbracciare il beneplacito, nel sorrisino beffardo del suo intervistatore. Quando le altre reti lo invitavano e lui poteva rispondere: «mi spiace, ho una esclusiva con Fabio».

 

 

«Una colletta per l’abbonamento a Netflix per i no vax rinchiusi in casa come sorci». La tocca piano il professore del San Raffaele. Ora sfugge ai più, il parallelismo tra gli italiani no vax, che anche pagano il canone e le sue ospitate e i ratti. Il perché di un messaggio che ostenti cotanta presunzione e sconfini quasi nella derisione. La convinzione di essere sempre nel giusto, da parte di qualcuno, è probabilmente il lascito più fastidioso di questa pandemia con cui fare i conti. Per il professore, sarà colpa di quella famigerata nostalgia canaglia e di quei bruschi risvegli mattutini, che ti riportano poi alla realtà. Di quei risvegli che ti ricordano una volta di più, quelle regole non scritte ma infallibili: «mai mandare messaggi nel cuore della notte». Potresti al risveglio pentirtene. 

 

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