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La bomba dei ricorsi al Tar del personale sanitario no vax contro l'obbligo vaccinale

Riccardo Mazzoni
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Il Tar di Bologna, ultimo in ordine di tempo, ha accolto l’istanza di fissazione del merito del ricorso contro la decisione delle Asl di sospendere il personale che rifiuta il vaccino anti Covid. La data dell’udienza non è ancora stata fissata ma, secondo l’avvocato che li rappresenta, i sanitari non vaccinati potranno continuare a esercitare la professione senza alcuna limitazione, in attesa del giudizio di merito. La stessa decisione è stata presa dal Tar di Venezia, che giudicherà nel merito il prossimo due novembre. In Italia gli operatori sanitari "no vax" o "boh vax" sono ancora oltre 45 mila, più del 30 per cento, e i ricorsi fanno intravedere uno scenario preoccupante: qualora le Asl sospendessero l’intero personale non vaccinato, «si rischierebbe la paralisi dell’intera sanità». Opposta l’interpretazione della Regione Emilia Romagna, che in una nota ha precisato che in realtà non c’è stato alcuno stop ai procedimenti di sospensione. Pertanto, i procedimenti avviati dalle Aziende sanitarie per ottemperare all’obbligo vaccinale dei sanitari previsto dalla legge nazionale «sono oggi pienamente efficaci ed operativi».

 

 

I ricorsi risalgono a giugno, mentre le lettere di sospensione sono iniziate ad arrivare la settimana scorsa in base al decreto Covid di aprile che sanciva, appunto, l’obbligatorietà del vaccino per chi esercita le professioni sanitarie attribuendo alle autorità sanitarie la facoltà di spostare in mansioni lontane dal contatto col pubblico il medico o l’infermiere non in regola con la vaccinazione, e ove questo non fosse possibile, anche la sospensione da paga e lavoro. La raffica di ricorsi al Tar – anche a Firenze e a Torino le adesioni sono altissime – fa presagire un caos che rischia di compromettere il completamento del piano vaccinale. Ieri il commissario Figliuolo, con una nuova lettera alle Regioni ha ricordato la necessità di perseguire «la massima copertura vaccinale del personale scolastico attraverso un coinvolgimento attivo» e ha chiesto di avere entro il 20 agosto l’elenco di «tutti coloro che non possono o non vogliono vaccinarsi».

 

 

E il sottosegretario Costa ha fornito l’interpretazione autentica di questo messaggio: qualora a quella data il problema dovesse persistere, scatterà l'obbligo vaccinale anche per il personale della scuola, misura ritenuta indispensabile per garantire la didattica in presenza. In questo caso, c’è da aspettarsi una nuova valanga di ricorsi alla giustizia amministrativa, e sullo sfondo resta la questione dell’onnipotenza dei Tar, e soprattutto del Tar del Lazio, che ha ormai acquisito competenza sull’universo mondo e possono mettere bocca su tutto, dall’ingresso della Open Arms nelle acque territoriali in contrasto con la decisione del governo, alle bocciature scolastiche al blocco degli appalti, fino alle retrocessioni nei campionati di calcio. Su ogni provvedimento di un ministero, di una Regione, di un’Asl o di un Comune incombe sempre la spada di Damocle del Tar di turno. La politica è sotto scacco, e forse sarebbe l’ora di riformare anche la giustizia amministrativa.

 

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