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Scuola, il ministro Bianchi sbugiarda l'ex capo del Cts sull'obbligo vaccinale per i docenti

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L’obbligo vaccinale per i docenti e per il personale della scuola non è al momento un’ipotesi al vaglio del Governo di Mario Draghi. A mettere un punto sul dibattito degli ultimi giorni è Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, che in maniera indiretta ha risposto alla questione sollevata da Agostino Miozzo, ex consigliere del ministro stesso ed in precedenza coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico. “Credo che in questa fase - ha detto Miozzi negli scorsi giorni - serva una forte moral suasion verso i reticenti, ma che in prospettiva si debba andare verso l’obbligo di vaccinazione per chi sta a contatto con gli studenti. Se hai la possibilità di vaccinarti e ti rifiuti, non puoi andare in classe”.

 

 

Dal palco del Teatro Comunale di Bologna è arrivata la replica di Bianchi, che sta facendo di tutto per permettere agli studenti di vivere un anno scolastico ‘normale’ e senza didattica a distanza: “La sto facendo la battaglia per tornare in presenza a settembre, è quella che faccio giorno e notte da quando sono arrivato. Ognuno qua ha una responsabilità. Il Cts - spiega il ministro all’evento di Repubblica - non è Voldemort e io non sono Harry Potter. Loro stanno facendo analisi, ma ci sono responsabilità diverse che bisogna assumersi. Mi impegno in questa battaglia, io la faccio ma dico anche a tutti facciamola insieme. Il Cts fa le sue affermazioni, loro ci dicono che ci sono ancora dei problemi sanitari e ci devono dire loro cosa succede se ci sono certi livelli di copertura vaccinale". 

 

 

"Allo stato attuale - dice con fermezza Bianchi - non c'è nessuna ipotesi di obbligo. Non abbiamo in mente di farlo, però c'è un fortissimo appello alla solidarietà collettiva. Facciamo oggi un appello perché tutti si possano vaccinare proprio nel senso di una solidarietà collettiva. In questi mesi ci sono state tante cose belle dobbiamo scambiare di più le esperienze, dobbiamo scambiarle e farle diventare patrimonio di tutti. Ci sono esperienze bellissime, vanno fatti scambi in tutto il paese, il tema della ricucitura del paese è il principale. Serve una scuola affettuosa, ma per questo non bastano i computer occorrono le persone. Bisogna investire in formazione. Io non prometto di impegnarmi nella battaglia per la scuola in presenza, io la battaglia - ribadisce prima di concludere il ministro - la sto già facendo. Facciamola pero tutti insieme, serve responsabilità”.

 

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