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Eventi avversi, nuovo caso con Johnson & Johnson. Ischemia dopo il vaccino, 54enne in rianimazione a Bari

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Un altro "evento avverso" grave dopo la somministrazione di un vaccino a vettore virale. Il Policlinico di Bari ha segnalato all’Aifa il caso di un uomo di 54 anni colpito da un evento tipo ischemico "in periodo successivo a vaccinazione". Il paziente di 54 anni è attualmente ricoverato in rianimazione in prognosi riservata.

 

L'uomo era stato vaccinato il 26 maggio scorso con Johnson&Johnson (Janssen). La struttura sanitaria in una nota ha fatto sapere che “l’uomo è arrivato al pronto soccorso il 12 giugno scorso già in terapia farmacologica prescritta in altra sede, per trombosi venosa periferica”. Il siero Johnson & Johnson, come quello AstraZeneca, era stato raccomandato dall’Aifa, l'agenzia per il farmaco, in via preferenziale ai soggetti con oltre 60 anni.

 

Intanto proseguono le indagini sulla morte di Camilla Canepa, la 18enne deceduta il 10 giugno scorso, due settimane dopo aver partecipato alla somministrazione volontaria di vaccino Astrazeneca il 25 maggio nel corso di un Open day. Cartelle cliniche, anamnesi, documentazione sanitaria: tutto il materiale prodotto dal giorno della vaccinazione all’ospedale di Chiavari, a quello della prima visita in pronto soccorso a Lavagna, fino al ricovero - e decesso - all’ospedale San Martino di Genova, è nelle mani della Procura del capoluogo ligure che indaga sulla morte. Domani sarà poi disposta l’autopsia, per cui sono stati incaricati gli esperti Luca Tajana e Franco Piovella. Al setaccio della magistratura tutte le possibili cause che hanno portato al tragico epilogo della vicenda: dalle eventuali patologie pregresse della ragazza, ai farmaci assunti, alle modalità di vaccinazione, fino alle visite e al ricovero in ospedale. 

I casi sono molteplici. L’avvocato Valerio Messina, legale della famiglia di Zelia Guzzo, l’insegnante di 37 anni morta a Gela, in Sicilia, dopo avere fatto il vaccino Astrazeneca, ha fatto sapere che è stata chiusa l’indagine a carico dei medici e degli infermieri che avevano in carico la donna, madre di un bambino di meno di due anni.  "Crediamo che sussista una piena responsabilità sulla società produttrice del vaccino Astrazeneca S.p.A., per aver colposamente omesso nelle note informative dello stesso farmaco gli effetti collaterali, quali le trombosi polidistrettuale e trombocitopenia, occorsi su Zelia, che ne hanno provocato il decesso".

 

Per i pm però "non ci sono correlazioni di rilievo penale" tra la somministrazione del vaccino AstraZeneca e la morte dell’insegnante "imputabili a medici o sanitari che hanno avuto in cura la donna". L’inchiesta nei confronti di ignoti era per omicidio colposo. 

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