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"Chiacchiere da bar". Scontro ad Omnibus tra la Viola e Feltri che la sbugiarda: "Non mi dica come fare l'immunologa"

Giada Oricchio
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Scontro a “Omnibus”, domenica 13 giugno, tra l’immunologa Antonella Viola e il direttore de “Il Domani”, Stefano Feltri: “Chiacchiere da bar”, “Non mi dica come si fa l’immunologa”.

La confusione sul vaccino AstraZeneca con la nuova ordinanza del Ministro della Salute, Roberto Speranza, e con la ribellione del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca che ha detto no al mix di vaccini è il tema del talk mattutino di LA7. La professoressa Viola ha dichiarato che riceve molte mail di persone preoccupate e ha specificato: “Al momento non esiste uno studio clinico che ci garantisce sull’efficacia, ma è un problema relativo perché la seconda dose di AstraZeneca è sempre stato un grosso dubbio per noi immunologi. Quando io faccio un vaccino adenovirus, io genero un’immunità anti vettore, la seconda dose che in principio era da fare in tempi ravvicinati alla prima e poi si è portata a tre mesi, dipende dal fatto che l’immunità che si genere è antivettore e dunque permane nel tempo e la seconda dose è meno efficace. Questo è il motivo per cui Johnson&Johnson, che è simile a AstraZeneca, si fa una sola volta. Una sola dose di AstraZeneca è efficace, mentre è discutibile e si discute di quanto migliori l’efficacia la seconda inoculazione”.

 

 

Ma il direttore Feltri la interrompe liquidando le osservazioni dell’immunologa come “opinioni da esprimere a una cena tra amici, non c’è evidenza di quello che dice lei. Quali studi scientifici cita?”. La conduttrice Alessandra Sardoni ha invitato il collega a non interrompere, mentre l’immunologa è sbottata: “Io sono disposta ad accettare qualunque cosa ma non che una persona che non è immunologo mi dica come funziona il sistema immunitario! C’è un lavoro pubblicato su Nature che dimostra che la riposta a un’iniezione di adenovirus dura per mesi e si mantiene alta per mesi, per questo si è spostata la seconda inoculazione a tre mesi, proprio per far scendere la risposta altrimenti non serviva in termini di efficacia. Noi immunologi abbiamo sempre pensato che un richiamo con un vaccino diverso che avesse sempre la proteina spike come antigene, ma che non avesse l’adenovirus intorno potesse funzionare molto meglio e infatti i primi dati ci dicono che la combinazione genera una risposta immunitaria molto forte e completa. I dubbi giusti sono sugli effetti collaterali: abbiamo un numero molto limitato di persone vaccinate con questa combinazione e non sappiamo tutto. Ma è anche vero che Canada e Francia hanno adottato questo sistema e il monitoraggio sulla reattività andrà avanti in modo serrato. Ma ricordo che non è la prima volta in immunologia che si fa un mix di vaccini, basti pensare a Ebola”. Lo scontro però non si è placato perché il direttore de “Il Domani” ha tirato fuori un paio di interviste della dottoressa Viola, in una negava esplicitamente l’utilità di AstraZeneca nel fermare i contagi e in un’altra definiva “grave e immotivata” la sospensione del vaccino agli under 60. Poi lo schiaffo: “Ha detto tutto e il contrario di tutto. Bisogna stare alle indicazioni dell’Ema e non alle vostre che sono opinioni da bar”. Immediata e veemente la replica della dottoressa Viola: “Le opinioni da bar le avrà lei che non è competente. Alessandra (Sardoni, nda) io così non ci sto! Uno non vale uno!” e Feltri: “Infatti per lei vale tutto!”.

 

 

La Sardoni ha provato a placare il processo all’immunologa che si è difesa sottolineando di non aver cambiato idea in base all’evolversi della pandemia da Covid-19: “Io ho sempre detto che avrei usato solo i vaccini mRNA perché hanno un’efficacia maggiore e dunque più utile per raggiungere l’immunità di gregge. E ho sempre detto che avrei usato AstraZeneca solo negli over 60. Se leggete le mie pagine Facebook dove scrivo io e non gli altri vedrete la mia posizione su AstraZeneca. Qui non è Antonella Viola che decide la campagna vaccinale, ma il CTS con persone di altissimo profilo scientifico”. E ha restituito la stoccata a Feltri: “Quando di vaccini parlano Locatelli o Abrignani io sto zitta perché ne sanno più di me!”.

 

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