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L'aria che tira, "così saremo tracciati in ogni spostamento". Continuano i deliri di Crisanti su privacy e Covid

Giorgia Peretti
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“Spiare gli italiani 24 ore su 24” questa la nuova proposta di Andrea Crisanti per il tracciamento della pandemia. Il microbiologo dell’università di Padova è ospite negli studi de L’aria che tira, nella puntata di mercoledì 9 giugno. Il programma di approfondimento sotto la conduzione di Myrta Merlino pone i riflettori sull’ultima pensata del professore allarmato dall’allentamento delle misure restrittive in vista dell’estate. Senza un sistema adeguato al sequenziamento dei casi si potrebbe registrare una maggior incidenza delle varianti e avere il virus in perenne circolazione. Per cui le proposte di Crisanti sono due: un'anagrafe vaccinale nazionale per raggiungere tutti col vaccino e l’uso più estensivo dell’App Immuni per controllare gli spostamenti dei cittadini attraverso la geolocalizzazione. Un’idea che ha fatto rabbrividire non pochi, tra cui Fratelli d’Italia che ha replicato così: “Come nei regimi”.

 

 

E a chi gli appunta il diritto alla riservatezza, il microbiologo risponde: “La privacy va abolita tanto le multinazionali sanno già tutto di noi”. Così intitola l’articolo di Francesco Specchia pubblicato su Libero e così introduce il suo ospite la Merlino. Crisanti sembra subito scaldarsi: "Sulla geolocalizzazione mi ha ispirato ciò che fanno in Inghilterra. Dove ogni volta che uno entra in un ristorante o in un bar, in un negozio o in un museo deve fotografare il codice e questo viene automaticamente caricato sulla app del sistema sanitario nazionale. Dopo di che se c’è un caso viene retrospettivamente geolocalizzato – poi sottolinea - questa è una misura proposta dal governo conservatore di Boris Johnson, non dai soviet di San Pietroburgo".

 

 

Lei ancora crede che il tracciamento nonostante i vaccini, nonostante la situazione molto meno preoccupante del virus sia molto importante? – chiede la Merino. “Laddove il tracciamento è stato fatto bene, e laddove le catene di trasmissione sono state interrotte non c’è stato bisogno del vaccino. Viceversa, laddove si vaccina c’è bisogno di un controllo adeguato della trasmissione della malattia.” Ad ascoltare le parole del microbiologo anche Daniela Santanchè, senatrice di FdI che commenta così: “Sono fortemente contraria all'app che lede la privacy, e la mia libertà. Per circolare in Italia basta la carta d'identità. Mi preoccupa molto che dobbiamo vivere tutti tracciati adesso anche negli spostamenti. Trovo sia giusto il green pass europeo soprattutto per il turismo ma sono fortemente contraria a tutto quello che lede la riservatezza".

 

 

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