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Razzismo e censura, in Uk fanno il processo alla Rai (ma anche a Mediaset)

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La Rai finisce sui giornali inglesi per accuse di razzismo, omofobia e censura. A convincere il prestigioso quotidiano britannico Guardian a occuparsi della vicenda dopo che la BBC aveva dedicato un articolo al caso Fedez è stata una lettera inviata al servizio pubblico italia da parte di gruppo di ascoltatori.

 

I titolo dell'articolo del Guardian è impietoso per Viale mazzini: "Alla tv pubblica viene chiesto di smettere di promuovere contenuti 'intollerabili'". A che si riferisce? "L'accusa di aver utilizzato il blackface (i volti dipinti di nero) nei suoi spettacoli, risolta con tante scuse ma senza una un chiaro divieto alle produzioni e la tentata censura a Fedez («un rapper italiano»)", riassume Dagospia. 

 

A commentare sul giornale inglese è Alessia Reyna, italiana che vive a Londra, fondatrice britannica del DEI Futuro Antirazzista, una delle firmatarie della lettera. "Come emittente a pagamento del pubblico, la Rai dovrebbe rappresentare un'istituzione in grado di informare e promuovere la cultura e lo spettacolo in modo plurale e inclusivo. La situazione è molto peggiore di quanto si possa immaginare, ma non è solo la Rai" dice l'attivista che punta il dito anche contro Mediaset per la puntata di Striscia la Notizie in cui Michelle Hunziker e Gerry Scotti hanno scerzato sugli occhi e la pronuncia dell'italiano da parte di cinesi. "Abbiamo chiesto al canale di cancellare l'episodio e porgere delle scuse e ci siamo sentiti rispondere 'questa è satira, e se non la capisci...'", ha detto Reyna del movimento #CambieRai.

 

In un'intervista all'Associated Press la scorsa settimana, ricorda Dagospia, Giovanni Parapini, direttore dell'emittente per le cause sociali, ha detto che la rete pubblica non ha accettato le critiche di #CambieRai, "perché ciò significherebbe che la RAI in tutti questi anni non ha fatto nulla per l'integrazione" e fa anche l'esempio della partecipazione di Edrissa "Idrsi" Sanneh a Quelli che il calcio. 

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