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AstraZeneca e trombosi, Pierpaolo Sileri a Domenica In: per chi potremmo vietare il vaccino

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Come andrà a finire con il vaccino AstraZeneca? Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo SIleri ha dato la sua versione sulla sospensione del vaccino anglo-svedese decisa da Olanda e Germania, seppur in forme diverse, dopo il blocco e il successivo via libera dell'Ema (e dell'italiana Aifa) per i casi sospetti di gravi trombosi segnalati dopo la somministrazione (e per i quali non è stato stabilito un nesso causale certo). 

 

Sileri oggi 4 aprile, con l'Italia chiusa in casa per la Pasqua in zona rossa, è stato ospite di Mara Venier a Domenica In. "Ci sono stati 62 casi di trombosi in tutto il mondo, di cui 44 in Europa occidentale: non possiamo essere sicuri che la causa sia il vaccino ma non lo possiamo neanche escludere" ha premesso. "Serve una maggiore vigilanza e per questo Ema (l'agenzia europa del farmaco, ndr) rivaluterà, senza fermare la somministrazione di vaccini: valuterà se c’è un comune denominatore e nel caso ricalibrerà la somministrazione per determinate categorie".

 

Ma ricalibrare come? Il sottosegretario ribadisce che "è giusto ragionare, e investigare e dare risposte. La risposta sarà che per motivi precauzionali evitiamo l’uso per una categoria, magari giovani, magari donne". Così potrebbe finire la telenovela AstraZeneca: via libera vincolato agli uomini a partire da una certa età? Una scelta che potrebbe scatenare ulteriore incertezza sul farmaco che verrebbe stoppato solo per alcuni e senza evidenze scientifiche.

 

Sul problema dell'approvvigionamento Sileri nel salotto domenicale di Mara Venier ha detto che "le dosi di AstraZeneca arrivate in Europa sono largamente inferiori rispetto a quelli che erano in contratti iniziali. Tanti criticano l’Italia dall’esterno, non capisco chi lo faccia anche dall’interno, ma in ogni caso stiamo più di un punto-due percentuale avanti delle altre nazioni europee" nella vaccinazione ha rivendicato. 

 

Sul caso AstraZeneca Sileri in una intervista alla Stampa pubblicata questa mattina aveva detto che il blocco della somministrazione da parte dell’Olanda non deve preoccupare: "Hanno notato dei casi di trombosi, ma si tratta di numeri esigui rispetto alle dosi inoculate. Peraltro, va accertata la reale correlazione causa-effetto. Prendiamo decisioni politiche sulla base di evidenze scientifiche". In Italia, nonostante ci siano stati casi anche qui da noi, "non fermeremo AstraZeneca come ha fatto l’Olanda. Bisogna andare avanti con la vaccinazione. È presto per dire che a Genova (dove un’insegnante 32enne è ricoverata dopo aver ricevuto il vaccino, ndr) ci sia un nesso causa-effetto. Dobbiamo affidarci alla farmacovigilanza per avere una base scientifica. Si tratta di una donna giovane e questa complicanza della trombosi, nei rari casi in cui si è manifestata, è stata notata soprattutto nel genere femminile e in una fascia d’età bassa".

 

Su un eventuale intervento dell’Ema, Sileri spiegava: "L’Ema credo dovrà pronunciarsi nuovamente per introdurre un limite di età, non per bloccare o sospendere la somministrazione. Individuata la fascia d’età di cui parlavamo prima, con un rischio maggiore di trombosi, si mette un limite per la somministrazione o un’avvertenza che preveda un monitoraggio di chi viene vaccinato. È una complicanza che una volta riconosciuta in tempo è facilmente trattabile". Oggi a Domenica In Sileri ha quindi "spiegato" quel limite di cui parlava nell'intervista, un semaforo rosso per le categorie che potrebbero essere più a rischio: giovani e donne

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