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Caos varianti, nuove zone arancioni e rosse: otto regioni verso le restrizioni

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Gaetano Mineo
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Il Coronavirus non molla. In 8 regioni d'Italia i posti letto in terapia intensiva hanno superato la soglia critica (30%) fissata dal decreto del ministero della Salute dello scorso 30 aprile. In pratica, se viene superata, diventa problematica la presa in carico dei pazienti che necessitano il ricovero per motivi di salute non collegati al Covid-19. Come dire, l'anticamera per passare in zona arancione. Osservata speciale l'Umbria, che ha quasi raddoppiato, con il 57%, la soglia criti ca. Il monitoraggio è dell'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), aggiornato al 24 febbraio, che vede, oltre l'Umbria, a rischio le regioni Marche (36%), Abruzzo (36%), Provincia autonoma di Bolzano (35%), Provincia autonoma di Trento (39%), Lombardia (33%), Friuli Venezia Giulia (33%), Molise (36%). Ed è un crescendo, le terapie sempre più occupate, in quanto, ha detta di esperti le varianti del virus cominciano a farsi sentire. Infatti, la scorsa settimana erano 6 le regioni che avevano superato la soglia critica dei posti letto in terapia intensiva. Un altro dato monitorato, invece, quello della cosiddetta area non critica. Ovvero, i posti letto di area medica dei reparti di malattie infettive, medicina generale e pneumologia, dove sono ricoverati pazienti particolarmente vulnerabile al virus, il che vuol dire che aggravandosi, per loro si dovrebbero aprire le porte della terapia intensiva. Quindi, un fattore da tenere sotto controllo e che ha una soglia a rischio del 40%. Sempre secondo Agenas, sono 4 le regioni da attenzionare particolarmente per l'area non critica. Questa volta è Molise l'osservato speciale con il 49 %, Marche 48%, Provincia autonoma di Bolzano e Abruzzo 41%. In bilico, la Lombardia, 39%.

Ecco in dettaglio tutte le regioni. I dati sono relativi al 24 febbraio scorso e tra parentesi la variazione rispetto al giorno precedente. Abruzzo 38% (+1%) - 41% (+1%), Basilicata 6% (0%) - 20% (0%), Calabria 11% (-2%) - 20% (0%), Campania 21% (0%) - 31% (-1%), Emilia-Romagna 27% (0%) - 34% (+1%), Friuli Venezia Giulia 32% (-1%) - 26% (-1%), Lazio 24% (0%) - 28% (0%), Liguria 24% (-1%) - 27% (-1%), Lombardia 29% (-4%) - 39% (+1%), Marche 36% (0%) - 48% (+1%), Molise 38% (+2%) - 49% (+6%), P.A. Bolzano 34% (-1%) - 41% (0%). P.A. Trento 40% (+1%) - 29% (0%), Piemonte 26% (+2%) 33% (0%), Puglia 29% (+1%) 35% (0%), Sardegna 11% (+1%) - 14% (-1%), Sicilia 16% (0%) 20% (-1%), Toscana 28% (0%) 17% (0%), Umbria 55% (-2%) 53% (-1%), Valle d'Aosta 5% (0%) - 4% (0%), Veneto 11% (+1%) - 13% (0%). Sul fronte nazionale, la percentuale di posti letto in terapia Intensiva occupata da pazienti Covid è sotto la soglia critica, ovvero il 24%.

Per quanto riguarda invece i posti letto nei reparti di malattie infettive, medicina generale e pneumologia, il valore è al 29%. Si tratta di una percentuale stabile, quest' ultima, rispetto a una settimana fa e 11 punti sotto il livello del 40%. Intanto, nell'attesa di avere un quadro completo sulla diffusione delle varianti sul territorio - la pubblicazione del nuovo report da parte dell'Istituto superiore di sanità attesa per oggi - un gruppo di esperti dell'Agenas, coordinato dall'infettivologo Matteo Bassetti, ha messo a punto un documento che individua i criteri di appropriatezza per gestire i malati dal domicilio all'ospedale. In estrema sintesi, i valori soglia da usare per classificare la malattia da Co vid -19 lieve o grave sono: febbre a 38° e 92% di saturazione di ossigeno. E sono cinque i livelli di gravità della malattia: asintomatica, lieve, moderata, grave e critica. Infine, una curiosità. Secondo un sondaggio della stessa Agenas con la Scuola Superiore Sant' Anna di Pisa, per il 69,4% della popolazione italiana, il vaccino è il modo più rapido per tornare alla normalità, e più del 65% degli intervistati sono disposti a vaccinarsi contro il Covid-19. Un buon auspicio.

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