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Il Cts aveva approvato il piano. Ecco perché gli imprenditori della neve si sentono traditi

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Ecco perché gli imprenditori della neve si sentono traditi. Fra il 24 dicembre e metà gennaio il Cts aveva esaminato e approvato il piano per la riapertura imminente degli impianti. Ecco il verbale di quel piano.

Proposta di linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita per gli sciatori amatoriali. 

AI fine di conoscere i principali aspetti relativi alla riapertura degli impianti di risalita per gli sciatori amatoriali, già preliminarmente affrontati durante la seduta n. 137 del 18/12/2929, il CTS procede ad un'audizione con i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome per l'analisi del documento "Proposta di linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali". Al termine della condivisione dei principali aspetti illustrati durante l'interlocuzione, il CTS declina, di seguito, le seguenti considerazioni. 
A partire dal mese di ottobre si e osservato un serio peggioramento degli indici di contagio a livello nazionale„con crescita esponenziale dei nuovi casi che ha imposto l'introduzione di misure di contenimento e limitazione della circolazione basato sul monitoraggio settimanale di ventuno indicatori finalizzati ad inquadrare il livello di rischio applicabile a livello regionale. 
Nonostante le misure adottate abbiano determinato un rallentamento della crescita dei contagi in tutto il territorio nazionale, si deve comunque rilevare che la circolazione del virus rimane elevata, con situazioni locali che in alcuni casi destano ancora particolare preoccupazione. 
Pertanto, e ancora necessario adottare la massima cautela per non inficiare i risultati positivi fin qui raggiunti, continuando a richiamare ad una stringente osservanza di tutte le misure idonee alla prevenzione del contagio, che oltre all'uso di mascherine in tutti i contesti in cui si potrebbero verificare assembramenti improvvisi e incontrollabili (compresi gli spazi all'aperto), al distanziamento interpersonale di almeno un metro e la accurata igiene delle mani, devono necessariamente prevedere specifiche misure scalabili in funzione dell'andamento della curva epidemiologica anche a livello locale. 
Allo stato attuale gli impianti di risalita sono chiusi. Tuttavia, nell'ottica della loro prossima riapertura, che dovrà comunque essere preceduta da una propedeutica rivalutazione della situazione epidemiologica, deve necessariamente essere messo in evidenza che una parte rilevante dei mezzi di risalita nei comprensori sciistici (in particolare cabinovie e funivie) presentano caratteristiche strutturali e di carIco tali da poter essere assimilati in tutto e per tutto ai mezzi utilizzati per il trasporto pubblico locale (autobus, filobus, tram e metropolitane), rappresentando pertanto un contesto a rischio di aggregazione medio-alto, con possibilità di rischio alto nelle ore di punta in base alla classificazione del livello di rischio di contagio da SARS-CoV-2 di cui al "Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-COV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione" di INAIL, approvato nella seduta del CTS n.57del22/04/2020. 
Deve pertanto prevedersi un'efficace riorganizzazione del sistema degli impianti di risalita da affiancare a misure di prevenzione e protezione collettive e individuali che necessitano, comunque, della collaborazione attiva degli utenti che dovranno continuare a mettere in pratica i comportamenti previsti per il contrasto alla diffusione dell'epidemia. AI riguardo, il CTS si è già espresso su un'analoga istanza prodotta dall'Associazione Nazionale Esercenti Funiviari — ANEF nella seduta n. 117 del 14/10/2020. Rispetto all'attuale proposta, riconoscendo l'importanza della tematica ed apprezzando l'impegno a creare un sistema che possa garantire la ripresa delle attività connesse allo svolgimento degli sport invernali in sicurezza, si esprimono le seguenti considerazioni su specifici punti di attenzione. 
In primo luogo, deve necessariamente sottolinearsi che le misure proposte possono trovare applicazione solo nel caso in cui l'andamento epidemiologico a livello di Regione o Provincia Autonoma sia compatibile con la classificazione del rischio nella cd. zona gialla di cui alDPCM 03/11/2020. In tale caso, potrà essere ammesse una occupazione del 100% delle seggiovie, con obbligo di indossare la mascherina chirurgica o di comunità e il divieto di abbassare la calotte anti vento ove presente; nel caso in cui dovesse rendersi necessarie la chiusura delle calotte {ed esempio per condizioni meteo avverse o temperature eccessivamente basse) dovrà necessariamente prevedersi la riduzione della capienza al 50% anche per le seggiovie, fermo restando l'obbligo di mantenere Ie mascherina durante tutto il trasporto. Per gli impianti chiusi (cabinovie e funivie) ve operata Ia riduzione della capienze al 50% a cui associare sempre l'uso obbligatorio della mascherina. 
Nel caso di territori rientranti nello scenario di cui all'articolo 2 del DPCM 03/11/2926 {cd. zona arancione),la riduzione di portata al 50/o già applicata per le tipologie chiuse (cabinovie, funivie, ecc.) deve essere estesa anche alle seggiovie indipendentemente dall'utilizzo della calotta; dovranno, inoltre, essere previste restrizioni di uso in linea con le limitazioni alla mobilità delle persone previste dallo stesso articolo. Rimane ferme le previsione di chiusura degli impianti per gli sciatori amatoriali,nei territori rientranti nello scenario di cui all'articolo 3 del DPCM 03/11/2020 (cd. zona rossa). In riferimento alle zone arancioni e rosse sono applicabili le deroghe previste per i soli atleti professionisti e non professionisti che partecipano ad eventI e competizioni dl interesse nazionale riconosciuti da CCINI e CIP, come stabilito dall'art. 1, c. 9, lett. è) del DPCM 03/11/2026 e tenuto conto dei chiarimenti forniti nelle FAQ al DPCM 93/11/2020 del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per i soli atleti sopra indicati, è quindi applicabile la deroga alla limitazione della mobilità di cui all'art. 2, comma 4, lett. b) del DPCM 03/11/2020. 
Per quanto attiene alla previsione di un contingentamento delle presenze sui campi da sci mediante l'introduzione di un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili, si sottolinea la necessità di declinare criteri chiari per la definizione di tali tetti massimi che tengano conto non solo delle quote giornaliere ma anche di quelle settimanali e stagionali. A tale scopo, andrebbe anche previsto un sistema di prenotazione che possa consentire una gestione strutturata del numero di utenti che possono effettivamente accedere ai comprensori sciistici ed ai relativi impianti di risalita in ogni singola giornata, anche attraverso il coordinamento non solo (come già previsto) con i rappresentanti di categoria e le Autorità sanitarie competenti, ma anche con i rappresentanti delle strutture ricettive. 
Mancano inoltre, nel documento, previsioni relative alla gestione dei flussi per il controllo dello skipass o di altre tipologie di titoli di accesso. Poiché le linee guida devono potersi applicare a tutti i contesti sul territorio nazionale, è necessario mettere a punto misure idonee ad evitare assembramenti ed a ridurre le occasioni di contatto in tutte le realtà in cui la verifica del titolo di viaggio nel corso dell'intera giornata non possa essere svolta con modalità contact-less,soprattutto nei prevedibili momenti di maggiore afflusso. 
Per quanto attiene alle misure di rimodulazione della capienza per le diverse tipologie di impianti, tenuto conto della situazione epidemiologica attuale, si segnala Ia necessità di un aggiornamento dell'Allegato 15 "Linee guida per l'informazione agli utenti e le modalità organizzative per il contenimento della diffusione del Covid-19 in materia di trasporto pubblico" del DPCM 03/12/2020, le cui misure, comprese le eventuali deroghe, erano state delineate nel mese dello scorso mese di luglio 2020, in una fase della pandemia caratterizzata da un numero stabilmente molto basso di nuovi casi giornalieri in condizioni di bassa incidenza.

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