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L'indice Rt sale ancora a 0.93 e scatta l'allarme in tre regioni

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L’indice Rt nazionale sale a 0.93. In aumento per la terza settimana consecutiva. E le Regioni Calabria, Liguria e Veneto hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo 2. Questo desta particolare preoccupazione e pertanto si esorta a considerare di applicare le misure previste, per i livelli di rischio attribuiti, anche alla fine di queste festività come descritto nel documento «Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale» trasmesso con Circolare del Ministero della Salute del 12/10/2020 Prot. 32732. È quanto rimarcano gli esperti nella bozza del monitoraggio della cabina di regia dell’ Iss-ministero della Salute, per il periodo di riferimento 22-27 dicembre.

Si osserva poi una diminuzione generale dell’impatto della epidemia nei servizi assistenziali, con i tassi di occupazioni dei posti letto in terapia intensiva e aree mediche sotto la soglia critica a livello nazionale per la prima volta dalla fine di ottobre. Comunque, si rileva, ancora 10 Regioni/PPAA hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve diminuzione da 2.731 (21/12/2020) a 2.565 (28/12/2020); anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è diminuito passando da 25.145 (21/12/2020) a 23.932 (28/12/2020). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali.

«L’epidemia in Italia si mantiene grave ancora a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali. Tre regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1 e altre 3 hanno un valore che sfiora l’1. La Regione Veneto oltre ad un Rt puntuale maggiore di uno si accompagna ad una incidenza particolarmente elevata. Nella settimana di monitoraggio si osserva una diminuzione generale del rischio, principalmente dovuta a una lieve riduzione nei tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e aree mediche».

«È complesso - si legge ancora nel report - prevedere l’impatto che potrebbe avere il periodo di feste natalizie, tuttavia le aumentate mobilità e interazione interpersonale tipica della socialità di questa stagione potrebbero determinare un aumento rilevante della trasmissione di Sars-CoV-2. Nella situazione descritta, questo comporterebbe un conseguente rapido aumento dei casi a livelli potenzialmente superiori rispetto a quanto osservato a novembre in un contesto in cui l’impatto dell’epidemia sugli operatori sanitari, sui servizi e sulla popolazione è ancora significativamente elevato».

 

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