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Le minacce dei boss a Massimo Giletti: "scassa la mi..." Il conduttore: non sapevo, lo Stato non c'è

Il "messaggio" dopo gli scoop di Non è l'Arena con Nino DI Matteo e le scarcerazioni dei mafiosi

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Massimo Giletti nel mirino dei boss della mafia per i suoi scoop. Il conduttore di Non è l'arena, talk show di La7, era al centro dei pensieri dei pezzi da novanta di Cosa nostra per lo scoop con Nino Di Matteo e per le inchieste sui boss scarcerati durante l'emergenza coronavirus. Il boss Filippo Graviano condannato per le stragi di Falcone e Borsellino, riporta Repubblica, lo scorso 11 maggio parlava ad alta voce - intercettato - con Maurizio Barillari, uomo della 'ndrangheta: "Quell'uomo... di Giletti e quel... di Di Matteo stanno scassando la minc***".: "Il ministro (Alfonso Bonafede, ndr) fa il suo lavoro e loro rompono il ca***". Un segnale chiaro, un messaggio affidato ad alta voce ai taccuini degli investigatori. 

 

A riportare la conversazione è Lirio Abbate, vicedirettore de L'Espresso, nel suo libro "U Siccu - Matteo Messina Denaro: l'ultimo capo dei capi". 

Stupore e rabbia. Sono queste le emozioni che traspaiono dalle parole di Giletti che ha commentato la notizia con il Corriere della Sera. Il conduttore dice di aver appreso delle intercettazioni da Repubblica, e che nessuno lo aaveva informato: "Lo ritengo grave. Quelli degli agenti del Gom sono ascolti che risalgono a maggio, ora siamo a luglio: non mi pare proprio normale che io non ne abbia saputo nulla. Quello che è grave è apprendere informazioni così delicate da un giornale piuttosto che dallo Stato e dalle istituzioni competenti - lo sfogo di Giletti - Pretenderei una maggiore attenzione da parte di chi ha sulla sua scrivania questo tipo di informazioni. In questa storia quello che pesa è per l’ennesima volta il silenzio delle istituzioni competenti. Mi è sempre rimasta impressa una frase della moglie di Totò Riina: alla fine scoprirete che i peggiori non siamo noi".

 

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