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Le critiche a Insigne per la Lamborghini e una società che colpevolizza la ricchezza

Massimiliano Lenzi
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Ci mancava il moralismo da coronavirus. Ieri, tra le tante, è uscita una notizia di cronaca. Il calciatore del Napoli Lorenzo Insigne, per il suo compleanno, ha trovato sotto la sua casa di Posillipo, a Napoli, una Lamborghini Huracan Evo nera dal valore di oltre 200mila euro. Un automobile con tanto di fiocco rosso, un regalo di sua moglie Jenny. La fotografia in un batter baleno è diventata virale sui social e ha finito con l’alimentare una serie di critiche nei confronti del calciatore del Napoli. «Potevi evitare di ostentare questa auto. È un momento difficile per l’Italia a causa dell’emergenza Covid» il commento di molti.

 

Tra chi difendeva invece il calciatore alcuni hanno ricordato: «Non dimenticate che ha donato 100mila euro all’ospedale Cotugno per combattere il coronavirus». Come se per ricevere un regalo di lusso ci fosse bisogno di avere compiuto buone azioni. Il fatto è che l’Italia sta diventando da un po’ di anni a questa parte uno stato etico, l’esatto contrario di una democrazia occidentale e moderna. E il lockdown per via del virus non ha fatto altro che alzare questa soglia moralistica e di intolleranza verso gli altri. Si è giudicato, in questo paese, chi andava a correre da solo magari mandandogli pure un drone sulla testa durante il coprifuoco. Si giudica chi fuma, chi beve, chi gioca ai cavalli (con soldi suoi e guadagnati onestamente), inseguendo una società delle virtù che ha il sapore non del paradiso ma di una gabbia. Il peggiore dei vizi. Se una persona guadagna bene o è ricchissima e decide di fare un regalo di lusso a sua moglie, a suo marito o ai suoi figli, ma perché deve essere giudicata sui social e sui media? Il moralismo, va da sé, da sempre nella storia si porta dietro l’invidia sociale, un sentimento che se unito alla paura può far cortocircuitare anche le società più libere.

 

Per questo, ma non solo, non rompete le scatole a Insigne e a sua moglie. Lasciategli godere la Lamborghini e non tirate in ballo il Covid. Perché quello che questo paese catto-comunista nella sua narrazione quotidiana, seppure aggiornata ai tempi che corrono, non perdona ai ricchi ma pure ai benestanti è di spendere i soldi, guadagnati e fatturati, come gli pare. Senza essere giudicati dai Savonarola di turno che ai tempi del web sono tanti. Anzi, troppi.

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