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App Immuni in ritardo e senza "tracer". Così a che serve?

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Doveva essere l'arma letale contro il contagio che avrebbe accompagnato gli italiani nella Fase 2 ma l'app Immuni sarà disponibile, se tutto va bene, tra tra 10-15 giorni. Lo ha detto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri spiegando che la piattaforma di contact tracing realizzata da Bending Spoons "rientra in una riorganizzazione della medicina territoriale e della medicina preventiva, è un tracing importantissimo e quando sarà attivo". Insimma, senza tamponi, test sierologici e personale ad analizzare i dati anche se la scaricherà il 60-70% degli italiani potrebbe non servire a monitorare efficacemente l'andamento della pandemia. 

Intanto sviluppatori ed esperti stanno analizzando il codice sorgente che è stato pubblicato ieri sulla piattaforma di coding GitHub. 

La sperimentazione partirà in Abruzzo, Liguria e Puglia ed è difficile prevedere quando sarà estesa a tutta Italia e comincerà, dunque, ad essere efficace. Non solo. Come ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala, che ribadisce una criticità sollevata da molti, senza i "tracer" l’app  Immuni "non serve a molto". "Al di là del tema della privacy, che è tutto da capire,  l’app senza personale adeguato che decifra i risultati delle segnalazioni, che interviene, che crea le connessioni, non serve a molto. Il mio stimolo al nostro governo è che non è solo un problema dell’app, ma di un sistema che renda poi efficace il tutto». Quindi ha sottolineato: «Questi cosiddetti ’tracer’ o tracciatori sono qualcosa di assolutamente indispensabile. Senza quello l’app fa poco, quindi va visto un po' nell’insieme", ha detto Sala che comunque ha chiarito che inviterà i milanesi a scaricare la piattaforma. Anche se potrebbe servire a poco. 

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