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L'Inter e l'arbitro rovinano la festa alla Lazio

Davide Di Santo
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L'Inter si risveglia quando ormai è troppo tardi, quando ormai anche l'ultimo treno per l'Europa League è passato e l'ha preso il Milan. Era da metà marzo, l'ormai celebre 7-1 sull'Atalanta, che Handanovic e compagni non riuscivano a conquistare i tre punti, incassando sconfitte su sconfitte. All'Olimpico, con una Lazio 'bastonatà dalla Juventus in Coppa Italia e ormai sicura della qualificazione diretta all'Europa League, gli uomini di Vecchi - dopo un avvio shock - si sono rialzati imponendosi per 3-1. Non senza polemiche però, perchè l'arbitraggio di Di Bello alla fine è ampiamente insufficiente: espulsi Keita e Lulic, un paio di rigori negati alla Lazio, insomma serata da dimenticare per il fischietto brindisino e per Inzaghi, che avrebbe voluto salutare diversamente il suo pubblico dopo una stagione comunque d'altissimo livello. Senza gli infortunati Icardi e Miranda, Vecchi lancia Eder e Murillo dal 1', con l'avanzamento di Medel al fianco di Gagliardini a centrocampo, fasce d'attacco affidate invece a Candreva e Perisic. Per una buona mezz'ora, però, l'Inter è costretta a fare da spettatrice al cospetto di una Lazio che ha una reazione d'orgoglio e rabbia dopo la brutta finale di Coppa Italia contro la Juventus. Insiste soprattutto sulla sinistra la squadra di Inzaghi, dove Felipe Anderson semina il panico: nè Nagatomo, nè tantomeno Murillo (che provocherà il rigore trasformato da Keita al 18', ne aveva rischiato un altro in avvio sul senegalese) riescono a frenare la velocità e l'estro del brasiliano. Pura sofferenza nerazzurra, specie quando la Lazio - con Immobile e Keita in avanti, Luis Alberto confermato dopo l'ottima prova di Firenze - riesce a portarsi in vantaggio. Per Handanovic sembra prospettarsi un'altra serata da incubo e invece, con l'ingresso di Santon per l'infortunato Murillo (disastroso), l'Inter alza il baricentro e attorno alla mezz'ora trova il pari. Il corner è di Brozovic, la deviazione è di Perisic, la stoccata finale di Andreolli: 1-1 al 31'. La Lazio appare improvvisamente svuotata, ha perso le distanze, e allora l'Inter mette addirittura la freccia, anche se in maniera un pò casuale: sempre da sviluppi da angolo, Candreva tocca dentro un pallone innocuo che Hoedt trasforma in veleno per Vargic (Strakosha si è arreso all'influenza). Sull'onda dell'entusiasmo, l'Inter va addirittura a un passo dal tris prima dell'intervallo: Candreva per Eder, ma l'italo-brasiliano non ci arriva per un soffio. Ancora Eder, in due occasioni all'alba della ripresa, avrebbe tra i piedi il 3-1. Per rivedere la Lazio in avanti bisogna aspettare al 57', quando un bolide di Immobile, innescato da Keita, si stampa sulla traversa ad Handanovic battuto. I propositi laziali subiscono una pesante battuta d'arresto al 67' quando Keita, appena ammonito, rimedia un secondo giallo per simulazione: in realtà, sembrava fallo da rigore di Medel, in ogni caso un contrasto tra i due c'è. La Lazio resta in 10 e l'Inter ne approfitta: una serie di batti e ribatti permette a Eder di firmare, sottomisura, la rete del 3-1, quella che di fatto chiude i giochi. Anche perchè la Lazio finisce addirittura in 9 visto che Lulic si becca il secondo giallo commettendo un chiaro fallo tattico su Gagliardini (78'). Entra Pinamonti che va vicino al poker, non entra Gabigol che torna in anticipo negli spogliatoi. La Lazio furiosa cede il passo, l'Inter torna al successo dopo un tunnel lungo otto partite: troppo tardi ormai per salvare qualcosa.

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