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World Baseball Classic, ecco il quarto di finale Giappone-Italia al Tokyo Dome

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Antonio Maggiora Vergano
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Un paese intero attende con trepidazione domani il quarto di finale del World Baseball Classic, la manifestazione che per volontà di IBAF (federazione mondiale ndr) e Major League Baseball, ha preso il posto della Coppa del Mondo. Un paese in trepidazione, il Giappone, mentre l'altro, l'Italia, se non fosse per gli appassionati del batti e corri che lo stanno seguendo su Sky Sport, lo ignora quasi completamente. Ad accorgersene le televisioni del Sol Levante che in questi giorni sono andate in giro per la Capitale a chiedere del match che mette di fronte il Giappone agli azzurri di Mike Piazza. Per avere una qualche risposta sensata sono arrivate fino a Nettuno, la “Città del baseball”. La vera impresa è stata proprio quella dell'Italia che, grazie anche al suo manager da Hall of Fame, ha costruito una squadra con giocatori di oltre Oceano figli, o in qualche caso nipoti (del mitico Rocky Marciano ad esempio), di immigrati italiani che hanno accettato di farne parte.

Rare le eccezioni nel roster come il romano Claudio Scotti, attualmente in forza nelle leghe minori americane, e ancora di più le presenze in diamante (meno di un inning lanciato da Scotti, uno dal parmigiano Bocchi). Nonostante in panchina si parli solo in americano, la voglia di rappresentare l'Italia strabocca negli atteggiamenti in campo e fuori. La sensazione si era già recepita a Roma, quando la squadra era stata presentata al CONI, con ad esempio Vinnie Pasquantino (prima base dei Kansas City Royals) che aveva indossato la maglietta di Immobile durante la conferenza stampa per poi assistere a Lazio-Monza. Così, grazie a un po' di fortuna (cinque squadre, oltre all'Italia, Cuba, Panama, Olanda e Cina Taipei, con due vittorie e due sconfitte, con le prime due posizioni decise da un tie break difficile da spiegare al cosiddetto “uomo qualunque”), gli azzurri sono riusciti a passare il turno beffando nell'ultimo gara del gruppo l'Olanda, “nemica” di sempre nel batti corri. Il 7-1 che ha spedito l'Italia ai quarti ha raccolto trafiletti nel Belpaese e aperture di rimprovero vicine alla tragedia sui giornali dei Paesi Bassi.

Per il Giappone, che aveva un girone con due sole vere partite da giocare (Australia e Corea, perché Cina e Repubblica Ceca erano considerate le più deboli del torneo), non arrivare ai quarti avrebbe rappresentato un'onta difficile da digerire per l'intero paese, imperatore compreso. Domani alle 19 locali, le 12 in Italia (diretta su Sky Sport), ci sarà un Tokyo Dome esaurito per sostenere la squadra nipponica che schiererà come partente sul monte di lancio il miglior giocatore disponibile e cioè Shōhei Ōtani, il fenomeno dei Los Angeles Angels. Fenomeno perché non solo in grado di lanciare, ma anche di battere come pochi altri nelle Major League Baseball. E il resto della squadra è molto vicino come valori. Azzurri senza speranza? Forse. Di fatto la pressione sarà tutta sui giapponesi. I nostri sono andati già oltre ogni pronostico possibile e la voglia di stupire ancora una volta non mancherà di certo.

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