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Il tunnel di Spinazzola: dalla paura di una nuova operazione al rientro più vicino

Alessandro Austini
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Duecentocinquanta giorni nel calcio sembrano un’eternità. E non sono passati di certo velocemente per Leonardo Spinazzola, ancora fuori dai campi da quel maledetto (per lui) 2 luglio 2021. Il grave infortunio al tendine d’Achille lo ha fermato al culmine del suo fantastico Europeo durante la gara dei quarti contro il Belgio, secondo le previsioni dei medici doveva restare fuori fra i sette e gli otto mesi, invece ce ne vorranno almeno nove abbondanti prima di rivederlo, si spera, dominare la fascia sinistra.
Da qualche giorno l’esterno romanista è tornato a effettuare il riscaldamento insieme ai compagni in alcuni allenamenti, un primissimo step in vista del vero e proprio rientro in gruppo, la cui data è stata rinviata diverse volte e, ad oggi, non è ancora fissata. Durante la prossima sosta, programmata dopo il derby del 20 marzo, si farà un nuovo punto della situazione con medici e staff. E, finalmente, dovrebbe essere stabilito il giorno in cui Spinazzola potrà tornare ad allenarsi a pieno regime. Contando almeno un paio di settimane di lavoro con la squadra, per una convocazione di Mourinho non se ne parla prima di aprile inoltrato. Salvo altri contrattempi. Che non sarebbero i primi.

Il lungo percorso di recupero di Spinazzola è stato infatti costellato da una serie di «stop and go». Messa da parte l’illusione di poter giocare uno scampolo di partita entro la fine del 2021 - un’idea trasferita al giocatore solo per motivarlo e tranquillizzarlo, iniziativa non gradita da Mourinho - il terzino ha dovuto fare i conti con le conseguenze dell’infortunio e del complesso intervento chirurgico effettuato in Finlandia dallo specialista dei tendini Leimpanen. Qualche sgambata in campo, gli esercizi col pallone, sensazioni positive e poi la mazzata: gonfiore al tendine, dolore e di nuovo tanta fisioterapia e niente campo. Alti e bassi che si sono ripetuti più volte. Spinazzola ha perso fiducia, ha chiesto pareri in giro e, a un certo punto, ha temuto di dover tornare sotto i ferri per risolvere definitivamente il problema.

Uno scenario che adesso sembra per fortuna scongiurato, con l’ottimismo che da qualche giorno sta, piano piano, tornando. La Roma si è messa l’anima in pace sin dall’inizio, puntando a recuperare il ragazzo con la massima cautela possibile.  

Tiago Pinto ha comprato Viña in estate e ha aggiunto alla rosa il jolly Maitland-Niles a gennaio. Dopo le speranze iniziali rivelatesi solo illusioni - Spinazzola era stato inserito nella lista Uefa per il girone di Conference League - Mourinho si è arreso all’idea di non poter contare sul titolare della corsia sinistra per quasi l’intera stagione.

È stato proprio lo Special One in sala stampa a spazzare via l’insensata fretta che si stava diffondendo sul rientro del ragazzo: «Se rientrerà ad aprile o a maggio sarò contento» ha detto un paio di mesi fa l’allenatore e la sua previsione si sta rivelando azzeccata. Poi è toccato al medico e al fisioterapista della Nazionale ipotizzare il ritorno di Spinazzola ai suoi livelli per l’inizio della prossima stagione, esagerando forse un po’ nel pessimismo perché a Trigoria restano tutti convinti che da qui al termine del campionato l’esterno umbro rivedrà il campo.
Un’altra decina di giorni e il quadro sarà più chiaro. Recuperare «Spina» per il rush finale sarebbe comunque un bel regalo.

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