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Calciomercato, crolla tutto: indagati i procuratori Ramadani e Chiodi. Le operazioni sospette e i club coinvolti

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Scoppia il vaso di Pandora del calcio. Fali Ramadani, procuratore di origine albanese e naturalizzato tedesco molto attivo sul mercato spagnolo, e l’italiano Pietro Chiodi sono indagati nell’inchiesta milanese per reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio. Nell’ipotesi del pm Giovanni Polizzi della Procura di Milano Fali non avrebbe dichiarato in Italia i proventi della compravendita di giocatori e allenatori, realizzate grazie a Chiodi.

 

Tra la documentazione in fase di acquisizione da parte degli investigatori del nucleo speciale di Polizia Valutaria della GdF anche quella relativa a numerosi operazioni di calciomercato gestite dai due agenti. Tra queste quelle che hanno portato Miralem Pjanic dalla Juventus al Barcellona e Federico Chiesa dalla Fiorentina alla Juventus. Tra gli assistiti dalla Lian Sports Group del super procuratore albanese Ramadani figurano, oltre Koulibaly, Chiesa e Pjanic, anche il tecnico della Lazio Maurizio Sarri, Ante Rebic (Milan), Nikola Milenkovic (Fiorentina) e Samir Handanovic (Inter). 

 

Le indagini sono partite per una serie di segnalazioni di operazioni sospette che sarebbero state commesse da Ramadani, tramite le sue 7 società di diritto inglese, tra cui la Primis Spirts, la Liam Sports, la Preston Development e altre. A marzo scorso, inoltre, Ramadani è stato indagato in Spagna per sospetta evasione fiscale, riciclaggio e altri reati fiscali. Da lì ha preso il via anche l’indagine milanese. Per gli inquirenti, Pietro Chiodi sarebbe stato una sorta di testa di ponte in Italia per le attività di Ramadani. Questa mattina è stata perquisita la sua casa milanese e le sedi delle sue due società, in cerca di documenti che facciano luce sulle numerose attività del procuratore e compravendite di giocatori e allenatori. La Guardia di Finanza di Milano ha effettuato una perquisizione anche nei confronti di Chiodi. I finanzieri, inoltre, su delega del pm Giovanni Polizzi, hanno acquisito documentazione anche nelle sedici di undici società (non indagate) di Serie A, tra cui Juventus, Inter, Milan, Roma, Napoli e Fiorentina. 

 

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