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Euro2020, dramma sfiorato per Eriksen: il nostro cuore fermo con quello di Chris

Francesco Storace
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Ha pietrificato il pianeta. Lo schianto in terra. Gli occhi sbarrati. La paura delle due squadre. Le mani nei capelli. Una carezza alla moglie. Gesti che valgono mille parole. Mamma, che emozione tra Danimarca e Finlandia. Christian Eriksen, campione scudettato dell’Inter e nazionale di livello danese ha rischiato brutto. Una paura fottuta ha sconvolto quanti trascorrevano il sabato pomeriggio a vedere gli europei di pallone. Su twitter, tanto per farsi un’idea, persino “Allah Akbar! Christian #Eriksen è vivo!”. I miracoli del calcio. È stato spaventoso assistere in diretta al tonfo di Eriksen. Chris si è accasciato con gli occhi sbarrati. Lo hanno salvato il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Aritmia cardiaca, il freddo responso dei medici, ma si è fermato il cuore di tutti. Quasi ad annunciare che ormai si può tornare a morire non solo di Covid…

 

 

Ma il guerriero è stato più forte, il suo cuore non ha voluto perdere la partita. E ha messo a segno con la mano il gol più bello della sua vita, quando l’ha posata sulla fronte. Battevano i nostri cuori, a mille, ciascuno sospirando all’altro, «dai che ce la fa». Perché a 29 anni si deve vivere e non morire. Il tifo di tutti per la sorte di Eriksen è stato immenso, soprattutto in Italia nessuno ne dimentica il suo protagonismo nello scudetto conquistato sul campo con l’Inter. Meritava quella convocazione all’europeo con la bandiera della sua patria danese. Che gli è stata vicina con gli altri campioni della squadra. Quei calciatori che si sono in cerchio davanti al compagno che lottava contro la morte per nasconderlo dalle telecamere sono stati indimenticabili.

Dieci minuti di grande trasporto umano, alcuni di loro in lacrime, gli altri pregavano. Dieci interminabili minuti per portarlo fuori dal campo e poi, di corsa, in ospedale. Quei suoi compagni di squadra lo hanno soccorso, protetto, hanno fatto scudo. E desta emozione anche quella immagine di Simon Kjaer, il capitano della Nazionale di Copenaghen. Ha dimostrato che cosa vuol dire essere il numero uno della squadra, il leader. Ha capito che cosa stava succedendo, si è preoccupato di garantire aiuti sanitari a Chris, e si è precipitato ad abbracciare – a protezione e difesa - la moglie del calciatore in lacrime. Tutti eravamo emozionati….

 

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