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Inter ko, l'Europa League è del Siviglia

Francesca Schito
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Non c'è gloria nell'ultimo atto della stagione dell'Inter. La finale di Europa League di scena a Colonia, si conclude come tutte le altre a cui il Siviglia ha partecipato: con la vittoria degli spagnoli. La squadra dell'ex Roma Monchi centra il sesto successo in 14 edizioni della competizione, di cui 4 nelle ultime 7. Beffati i nerazzurri che al termine di una stagione estenuante e infinita sono costretti a maledire la deviazione di Lukaku nella propria porta che ferma il risultato sul definitivo 3-2 per gli uomini di Lopetegui. Bastano appena tre minuti per accendere una finale che si incanala immediatamente sui binari dell'agonismo. Il danno per il Siviglia lo combina Diego Carlos, che si aggrappa a uno straripante Romelu Lukaku scalciandolo durante l'incursione in area dell'attaccante nerazzurro: l'arbitro non può far altro che fischiare il calcio di rigore per l'Inter ma sceglie solo il cartellino giallo per punire il difensore. A Conte saltano i nervi, Lopetegui invece tira un sospiro di sollievo. Intanto l'ex United si presenta sul dischetto e segna la 34esima rete della sua stagione agguantando il record di Ronaldo, il Fenomeno, alla prima stagione con la maglia nerazzurra. Gli spagnoli sanno reagire in fretta e trovano il pari pochi minuti più tardi con un cross preciso di Navas dalla destra e l'incornata vincente di de Jong. Barella reclama un rigore per un mani in area di Diego Carlos, uno di quei tocchi che in Italia sarebbe stato fischiato senza grossi pensieri ma in Europa no. Conte perde la testa e Makkelie estrae il giallo nei confronti dell'allenatore leccese. A raffreddare i bollenti spiriti nerazzurri è sempre de Jong, il coniglio estratto dal cilindro di Lopetegui che, dopo aver deciso con la sua marcatura la semifinale della competizione subentrando al posto di En-Nesyri, partito dalla panchina, segna la doppietta personale con un colpo di testa straordinario sfruttando il cross dell'ex di turno, Banega. Anche in questo caso il vantaggio dura poco e a rimettere il risultato in parità ci pensa Godin, abilissimo a impattare di testa sul cross di Brozovic. Si chiude sul 2-2 un primo tempo ricco di emozioni. Cala il ritmo nella ripresa, sale la tensione e la paura di sbagliare. E l'errore c'è ed è pesante come un macigno: a un quarto d'ora dalla fine dei tempi regolamentari è Lukaku a deviare un pallone nella sua porta dopo sulla rovesciata in area - che probabilmente sarebbe uscita - di Diego Carlos e relativa dormita della difesa nerazzurra. Conte prova a dare una scossa inserendo Eriksen, Sanchez e Moses per Gagliardini, Lautaro e D'Ambrosio. Ma il risultato è scritto.
 

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