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La Lega di A non vuole l'algoritmo per scudetto e retrocessioni

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Niente play-off e niente algoritmo se i verdetti non sono ancora aritmeticamente certi. Dalla lunga Assemblea della Lega Serie A escono indicazioni importanti per un Consiglio federale che si terrà lunedì prossimo e già si preannuncia infuocato.

Nella giornata in cui la Federcalcio ufficializza la possibilità di ricorrere alle cinque sostituzioni nella parte finale di una stagione interrotta dall’emergenza sanitaria, i club del massimo campionato rilanciano il proprio dissenso verso i piani B e C promessi dallo stesso mondo del calcio al Governo nella riunione della scorsa settimana. «L’Assemblea - si legge nel comunicato della Lega Serie A - ha dato indicazione ai rappresentanti della Lega di votare in favore di soluzioni che salvaguardino sempre il merito sportivo qualora non fosse possibile portare a termine il campionato di Serie A». In sostanza, i club rigettano l’ipotesi dei play-off e dei play-out, soluzione promessa dal presidente della Figc Gabriele Gravina nel caso non fosse possibile completare tutte le 124 partite mancanti.

Ma anche sull’algoritmo, ormai famoso piano C da applicare qualora la Serie A dovesse interrompersi definitivamente, le posizioni della Lega e della Figc sembrano distanti. I club vorrebbero tener conto soltanto della media punti per partite giocate, mentre Gravina preferirebbe prendere in considerazione altri fattori come il numero dei match disputati in casa e in trasferta per una più corretta ponderazione della classifica. Una distanza importante, che diventa enorme quando si parla della funzione dell’ algoritmo stesso: per la Federcalcio dovrebbe servire a cristallizzare la classifica, assegnando lo scudetto, i posti in Europa e stabilendo le retrocessioni. Dall’Assemblea di Lega, invece è uscita oggi una clamorosa proposta da portare in Consiglio federale: se il campionato non dovesse finire, niente scudetto e niente retrocessioni, a meno che i verdetti non siano già aritmetici. L’ algoritmo andrebbe applicato dunque solo per definire le squadre qualificate alle coppe europee. Una richiesta che verrà discussa lunedì, in una riunione che si preannuncia complicata. 

La speranza di tutti, in ogni caso, resta quella di poter concludere regolarmente le 12 giornate mancanti, oltre ai quattro recuperi del 25° turno che apriranno il nuovo calendario sabato 20 giugno. Di certo la misura dell’isolamento obbligatorio di 14 giorni per tutto il gruppo squadra in caso di positività al Covid-19 di uno dei componenti non aiuta l’ottimismo. Il presidente Gravina è in continuo contatto con il ministro della Salute Roberto Speranza e con il responsabile dello sport Vincenzo Spadafora, ma per il momento ha ottenuto solo chiusure alle richieste di alleggerimento della misura della quarantena. «L’accorciamento dei 14 giorni non è possibile - ha spiegato Walter Ricciardi, membro del consiglio esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità e consigliere del ministro Speranza - il periodo di isolamento non può essere inferiore, ma una strada alternativa si può trovare, ci stiamo lavorando».

Una piccola apertura che lascia una speranza al mondo del calcio, deciso peraltro a intervenire severamente contro i club che non rispetteranno attentamente le regole contenute nei protocolli, in particolare sui controlli medici e sull’isolamento dei contagiati. Intanto per la Figc arrivano altre notizie incoraggianti sull’ipotesi di riaprire gli stadi al pubblico in estate, seppur parzialmente: «La ripartenza porterà qualche rischio nonostante ci siano le porte chiuse - ha osservato Ricciardi - Man mano che le cose andranno meglio si potrà ricominciare a pensare di allentare la guardia per il pubblico. Quindi credo possibile ad un numero ridotto di spettatori possano partecipare allo spettacolo: non saprei le tempistiche ma credo che in quasi tutta Italia si possano cominciare a fare questi discorsi». 

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